Scrittore inglese. Di famiglia nobile ma non facoltosa, studiò a Eton e all'Università di Leida. Dopo un'intensa attività di commediografo, libellista e giornalista, si ritirò in campagna con la moglie che aveva sposato nel 1734; ma, dissipate in breve tempo le sue sostanze, ritornò a Londra e iniziò la carriera legale. Nel 1748 diventò giudice. Rimasto vedovo, si risposò con la cameriera della prima moglie. Nel 1752 pubblicò un periodico letterario, "The Covent-Garden Journal". Gravemente malato di gotta e idropisia, si recò a Lisbona nella speranza di un giovamento, ma vi morì due mesi dopo. Del viaggio a Lisbona resta il celebre "Diario" postumo (1755).
Esordì come narratore nel 1742 con "La storia delle avvenutre di Joseph Andrews e del suo amico Messer Abraham Adams", una divertente parodia della celebre "Pamela" di Richardson; ma la sua arte di romanziere giunse a maturazione con "Gionata Wild il grande" (1743), che narra le imprese di un famoso malfattore, cui è contrapposto l'onesto Heartfree. Studio di costumi, avventure, satira sociale sono la sostanza di "Tom Jones" (1749), il suo libro più popolare.
In "Amelia" (1751) l'argomento (la vita coniugale) e l'arte di Fielding si fanno più intimi e puntano maggiormente sulla dimensione psicologica. Notevole è anche la produzione teatrale (farse, satire, commedie) a cui Fielding si dedicò negli anni giovanili (1728-37).
La sua opera si collega a Defoe ma in lui non c'è più traccia di spirito puritano, sostituito da una libertà di pensiero che si fonda su una cospicua cultura classica.
Da: "Enciclopedia della Letteratura", Garzanti, 2003