Nato Halldór Guðjónsson, trascorre l’infanzia in una fattoria vicino Reykjavík, ascoltando fiabe e crescendo in un ambiente ricchissimo di folklore e di riferimenti all'epica popolare. Mostra fin da ragazzo il suo talento di scrittore. Ha solo diciassette anni, infatti, quando pubblica Barn náttúrunnar (Figlio della natura).
Oltre ai tanti romanzi, la sua produzione include racconti, poesie, saggi, recensioni, articoli e opere teatrali.
Inizialmente, Laxness è influenzato in poesia dal surrealismo e dall’espressionismo, mentre la sua prosa è impregnata da uno spiccato senso patriottico. Dagli anni Trenta in avanti, invece, la sua matrice idealista subisce una trasformazione e acquisisce una nuova attenzione nei confronti della realtà sociale. Lo scrittore si avvicina al socialismo, e diviene sensibile alle questioni umanitarie. Durante la seconda guerra mondiale (e nel periodo successivo) in Islanda la questione nazionale assume toni aspri: molti fattori fra i quali il più importante è forse il raggiungimento della lungamente agognata indipendenza dalla Danimarca (1944), assieme alla massiccia ingerenza americana nel dopoguerra sipngono Laxness a dedicarsi al tema della nazione.
Nel 1955 viene insignito della massima onorificienza in ambito letterario: il Premio Nobel.
Oggi Laxness è considerato uno dei maggiori esponenti della narrativa islandese del Novecento. Notevolissimo viaggiatore, è vissuto a lungo negli Stati Uniti, venendo a contatto con le correnti culturali più importanti del suo tempo.
Fra le sue opere più famose ricordiamo Salka Valka (1931), Gente indipendente (1935), La campana d’Islanda (1943), Sotto il ghiacciaio (1968), La base atomica (1948). In Italia la sua opera è pubblicata principalmente dalla casa editrice Iperborea.