Nome d’arte di Julius Henry Marx; è stato attore, comico e scrittore.
Terzo dei cinque fratelli Marx, esordisce come attore nei primi anni del Novecento recitando con i fratelli nei teatri degli Stati Uniti.
Affascina subito il pubblico con la sua irriverente comicità contro l’ordine precostituito, i ricchi e i potenti, e contro le convenzioni sociali grazie alla sua torrenziale vena logorroica, alla battuta inaspettata e ai giochi di parole.
Usa il linguaggio come un formidabile grimaldello sovversivo, capace di smantellare ogni senso comune e di distruggere tutte le tronfie figure del potere che gli si sparano davanti. Un linguaggio stralunato, giocato su continue allitterazioni, assonanze e dissonanze, doppi sensi, non-sense, sintagmi impazziti.
Il suo sarcasmo e il suo umorismo dissacrante trovano esplicazione nel suo soprannome: Groucho significa appunto “burlone”. Il volto di Marx è infatti una eccentrica maschera comica dai tratti inconfondibili: folte sopracciglia dipinte, vistosi baffi, sigaro tra i denti e sguardo ammiccante.
Raggiunge il successo con le commedie I’ll say she is e The cocoanuts.
Esordisce nel cinema con alcune trasposizioni di precedenti opere teatrali. Da ricordare il dissacrante film La guerra lampo (1933) realizzato con i fratelli. Seguono numerosi film fino a quanto negli anni Quaranta, con il declino della collaborazione con gli altri Marx, Groucho prosegue la sua carriera di attore con qualche saltuaria apparizione in commedie e parallelamente intraprende la carriera radiofonica e televisiva, conducendo vari show.
Tra i libri pubblicati ricordiamo Beds (1930) e la raccolta epistolare Le lettere di Groucho Marx (1967)
Nel 1974, all’età di 84 anni, Marx viene insignito del premio Oscar alla carriera.
Muore di polmonite nel 1977.