(Firenze 1280 ca - 1348) cronista italiano. Mercante e banchiere, fu eletto più volte priore (1316-17; 1321-22; 1328); incarcerato nel 1346 in seguito al fallimento dei Buonaccorsi, morì di peste. Scrisse una Cronica (edita solo nel 1537, libri I-X, e nel 1554, libri XI-XII) dalla torre di Babele alla discesa di Carlo d’Angiò, con particolare riferimento a Firenze. I primi sei libri si basano su racconti leggendari, riproposti secondo un’interpretazione molto vicina a quella della Divina Commedia (il rapporto che lega la Cronica al poema, ipotizzato anche sulla base di numerosi riscontri di ordine lessicale, non è stato ancora definito con esattezza). Gli ultimi sei, i più interessanti (dal 1265 al 1348), danno un quadro preciso delle condizioni politiche ed economiche della Firenze due-trecentesca; fra l’altro sotto l’anno 1321 includono (IX, 136) la più antica delle biografie dantesche. Le vicende sono esposte in ordine annalistico, con imparzialità di giudizio e con uno stile piuttosto scarno e compassato; accurate le notizie sugli aspetti economici e le registrazioni dei dati statistici.