(Szamocin, Poznan, 1893 - New York 1939) drammaturgo tedesco. Nato da una famiglia ebraica polacca, condivise a ventun anni l’entusiasmo per la guerra e vi partecipò come volontario, ma passò presto a posizioni pacifiste e umanitarie ed ebbe un importante ruolo nel movimento spartachista che portò alla costituzione della Repubblica bavarese dei Consigli (1919). Condannato a cinque anni di reclusione, in carcere lavorò ai suoi drammi. Nel 1933 emigrò negli Stati Uniti. Morì suicida.Se il primo dramma di T., La svolta (Die Wandlung, 1919), documento della sua crisi esistenziale, è aperto alla speranza in una fraternità umana fondata sul rovesciamento delle strutture di classe, i suoi drammi più noti, Uomo massa (Masse-Mensch, 1921), I distruttori di macchine (Die Maschinenstürmer, 1922), Hinkemann il mutilato (Hinkemann, 1923), ma anche il riuscito dramma storico Oplà, noi viviamo! (Hoppla, wir leben!, 1927), messo in scena dal regista d’avanguardia E. Piscator, sono l’amaro consuntivo di un’esperienza storica segnata da un fallimento irrimediabile. T. scrisse altri drammi (l’ultimo, Il pastore Hall, Pastor Hall, 1939, sulle persecuzioni naziste), tre raccolte di poesie, ispirate soprattutto all’esperienza del carcere, e un notevole libro di ricordi, Una giovinezza in Germania (Eine Jugend in Deutschland, 1936). Per il linguaggio esasperato, talvolta vicino a quello della Nuova oggettività, la sua opera è una delle testimonianze più significative delle intemperanze, degli slanci e delle tensioni insolute dell’espressionismo tedesco.