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Uno dei più interessanti romanzi che abbia mai letto. Dico davvero. Benché il titolo della versione italiana non c'entri quasi niente con la storia narrata, è decisamente un grande libro, da leggere sia per il tema di fondo, l'editoria, la passione per la conoscenza, per il sapere nudo e puro, senza quelle ingerenze che più volte nel corso dei secoli nascono dal calderone dell'oscurantismo, dell'ipocrisia e della paura di ciò che non si conosce, sia perché, narrativamente parlando, è una storia bellissima. I personaggi sono delineati talmente bene che mi sono rimasti nel cuore, nonostante io l'abbia letto due anni fa, e l'autore tocca l'anima anche col suo stile: ben articolato senza essere prolisso, semplice ma suggestivo, a tratti commovente e evocativo, una caratteristica che ho ammirato prima da lettrice appassionata e poi anche da linguista nella descrizione della terribile notte di San Bartolomeo, che ho ritrovato per altro in tanti romanzi ambientati nella stessa epoca, raccontata da entrambi i punti di vista. Come altri lettori spero non sia il primo e l'ultimo romanzo di questo autore, perché ogni tanto ce ne vogliono, di libri così. Anzi, non solo ogni tanto.
Speriamo che quest’opera prima non resti unica!! Un romanzo storico meraviglioso che narra la storia della diatriba tra ugonotti e cattolici nella Francia di fine XVI secolo attraverso gli occhi di un bambino, poi adolescente ed adulto, cavaliere, uomo d’arme e di penna. Il libro è simbolicamente suddiviso in due parti: la prima decisamente romanzesca nella quale lo scrittore pone le basi per gli eventi successivi della storia di Martin e della Francia ed una seconda, scritta seguendo un ritmo frenetico, durante la quale la vicenda personale del protagonista si eleva a Storia con tanto di descrizioni di battaglie, dettagli di armistizi, strategia politica e militare dei due opposti schieramenti. L’autore usa una prosa agile e leggera senza abbandonarla nemmeno nei momenti più drammatici o melanconici e senza mai scadere né nella banalità né nella pesantezza comune nei libri così marcatamente storici. Da un punto di vista letterario bellissima la descrizione del rapporto tra Martin ed il suo mentore, così come quella dei primi turbamenti d’amore; da un punto di vista storico, invece, è interessantissima la descrizione della vita del garzone di bottega nelle officine artigiane del XVI secolo, nonché quella della commistione di elementi personali e politici nella furiosa guerra di religione tra protestanti calvinisti e cattolici. Unica pecca il titolo italiano che nulla c’entra con quello francese che viceversa ben si attaglia con l’essenza del libro, ovvero “Il figlio dei libri”. Consiglio vivamente di leggere questo libro che, tra l’altro, nonostante le 460 pagine, si divora in pochi giorni!!!
Una storia alla fine semplice, incastonata in modo intelligente in un epoca molto tormentata, le guerre di religione francesi, e una storia di un ragazzo prima e un uomo dopo, figlio dei libri, come dice, e molto bene il titolo originale. Uno stile asciutto, senza fronzoli, spedito, in un susseguirsi di avventure, un arco di tempo lungo ricostruito, secondo me eccessivo che comporta il rischio di cronaca… In effetti in certi capitoli ho sentito questa sensazione, e ho rischiato di velocizzare la lettura, compromettendo la bellezza della storia. Un bel libro, facile da leggere, e scorrevole, forse secondo me spesso sintetico e sfuggente. Un libro normale, in fondo.
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