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Questa trascrizione di sei conferenze radiofoniche tenute nel 1952 contiene altrettanti discorsi su sei filosofi. Helvetius, Rousseau, Fichte e Hegel hanno proposto un concetto di libertà del tutto in antitesi con la libertà individuale. Berlin riprende quest'ultimo concetto da Benjamin Constant (v. p. 91). Tale concetto si oppone alla libertà stoica, secondo la quale è libero l'uomo che rinuncia ai beni esteriori e si occupa solo dei beni interiori, lasciando al tiranno di disporre arbitrariamente dei suoi beni (p. 97). Saint-Simon e De Maistre negano, invece, il concetto di libertà. Per Helvetius la libertà è cercare il piacere e fuggire il dolore: ai filosofi il compito di insegnare la vera libertà agli uomini, vittime nella storia di abusi di potere, ossia il loro interesse razionale. Per Rousseau la libertà è nella natura che orienta la ragione umana verso il vero bene: poiché la natura è armoniosa e tutti gli uomini sono razionali, tutti tendono verso lo stesso bene come un'unica volontà generale. Per Fichte la libertà è l'espressione della volontà assoluta di un super-Io interiore che si riconosce alla pari di tutti coloro che condividono il destino di una Nazione. Per Hegel la libertà è razionale: si è liberi accettando il corso della Storia (o dello Spirito). Per Saint-Simon la libertà è un concetto negativo, qualcosa che si rivolge contro un'oppressione esterna e che non ha senso di essere in una società pianificata da scienziati, ingegneri e banchieri. Per De Maistre la libertà è la negazione dell'autorità che tiene gli uomini in uno stato di terrore necessario per soggiogarli e impedire lo sgorgare della violenza naturale.
Trasposizione libraia di una serie di conferenze tenute alla BBC nei primi anni Cnquanta, questo volume è, non esagero, sconvolgente. Sconvolgente perché distrugge in un certo senso quel luogo comune nato un po' dall'ignoranza e un po' da uno storicismo - più o meno in buona fede - "di parte" secondo il quale l'Illuminismo e i suoi pensatori furono sostenitori e fautori di idee libertarie e democratiche nonché nemici dell'assolutismo e della tirannide. Attraverso i ritratti di alcuni protagonisti di quella vicenda filosofico-politica, Berlin dimostra inconfutabilmente che non solo le idee di quei pensatori (i "traditori della libertà, appunto) sono tutt'altro che libertarie e democratiche ma hanno costituito, più o meno direttamente e più o meno coscientemente, le basi ideologiche di tutti i dittatoriali "ismi" del Novecento. Assolutamente da leggere (soprattutto nelle scuole!) Riccardo M. Boscolo
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