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L'attuale proiezione in ambito pubblico del peso della religione porta il mondo evangelico a interrogarsi sulla laicità dello Stato. Quali devono essere i ruoli rispettivi dello Stato e delle chiese in una società che si definisce laica? E quale interpretazione corretta dare al termine laicità? Significa indifferenza o, peggio, ostilità dello Stato nei confronti delle religioni, oppure garanzia e tutela della libertà degli individui di credere o di non credere, e di manifestare il loro pensiero? Può uno Stato laico chiedere comportamenti che solo le persone virtuose possono compiere? E possono le chiese, anche se di maggioranza, travalicare i loro ambiti di azione e determinare gli orientamenti della politica? Quale atteggiamento ha assunto Cristo nei confronti della separazione tra il potere temporale e quello ecclesiastico? A queste domande hanno cercato di rispondere alcuni autori evangelici che si definiscono favorevoli alla laicità proprio perché cristiani, e che temono derive pericolose.
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