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Anno edizione: 2017
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Premetto che di Zizek non ho ancora letto nulla, e per curiosità ho letto questo libro. Che dire? che fare? Vi sono raccolti alcuni ultimi scritti di Lenin, preceduti da una lunga introduzione del filosofo Z. seguiti da una postfazione sempre di Z. A dir la verità lo stile di questo questo filosofo mi ha lasciato davvero perplesso. Sembra procedere a tentoni, talvolta mi pare persino che si contraddica. E' d'accordo con Sartre nel dichiarare che il processo alla politica di Stalin nel 56 fu una vera farsa, ma poi afferma che gli eventi successivi hanno sempre più snaturato l'URSS. Dunque? che cosa intende? Che il processo sia stato più incisivo di quanto si pensasse, certo, e allora? che l'URSS si è snaturata perché il partito ha condannato Stalin e che quindi senza Stalin è peggio? si decida, perché a un certo punto si proclama anti stalinista prendendo le difese di Lenin, ma per poi dire anche che lo stalinismo non sarebbe stato possibile senza la politica di Lenin e che c'è un nucleo leninista nello stalinismo e, tra le righe, viceversa. Poi afferma che Lenin ha dovuto combattere contro tutto e tutti, che ha colto l'occasione della storia, ma ha dimenticato che l'assalto al cielo di per sé è facile, difficile invece prospettare una gestione dell'assetto post rivoluzionario. Lenin a un certo punto si è ritrovato in mare aperto, senza bussola, cercando con grande spirito le opportunità del presente per il bene comune. Lenin a un certo punto diventa Dewey, un pragmatico, come dovrebbe essere la vera sinistra oggi, per ripetere Lenin, ma (attenzione) non in ciò che ha fatto, ma in ciò che non ha fatto, vale a dire restare sempre all'opposizione, conquistando piccoli spazi, interstiziale, insomma, perché come recita uno scritto di Lenin: meglio poco ma meglio. Riflessioni davvero magre, in questa epoca di austerità. Mi sembra davvero un libro scritto di fretta, speriamo che dipenda in parte dalle pressioni del suo editore. Voto 4,5
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