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Descrizione


Negli anni Novanta una rivoluzione si è verificata in architettura e improvvisamente ha portato a conclusione, secondo l'autore, un processo aperto nella preistoria, arricchito nel mondo antico, per molti aspetti vittorioso nel Medioevo e poi nel manierismo, oggetto di furibonde battaglie dal barocco in poi. Arnolfo di Cambio, Brunelleschi, Borromini, Wright, Le Corbusier, Terragni, hanno creato un linguaggio emancipato da regole, da prescrizioni compositive. Un linguaggio privo di codice, quindi espressione di libertà democratica individuale e collettiva. Il post-modern (retaggio della tirannide del classicismo) è scomparso dalla vergogna di fronte a Owen, Libeskind, Hecker. "Viviamo in un'epoca trionfale per il linguaggio architettonico".
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Dettagli

1997
1 gennaio 1997
556 p., ill.
9788831764049

Conosci l'autore

Bruno Zevi

1918, Roma

Bruno Zevi (1918-2000), dopo aver studiato alla Sapienza di Roma e all'Architectural Association di Londra, si è laureato in architettura presso la Harvard Graduate School of Design, presieduta da Walter Gropius. Tornato in Europa, ha partecipato alla lotta antifascista nelle file del Partito d’Azione. Nel dopoguerra ha promosso l’Associazione per l’Architettura Organica (Apao) e «Metron. Rivista internazionale di architettura». Dal 1954 ha curato una rubrica sul settimanale «L’Espresso» e ha poi diretto la rivista mensile «L’architettura. Cronache e storia». È stato professore ordinario di Storia dell’architettura a Venezia e a Roma, vicepresidente – sin dalla fondazione nel 1959 – dell’Istituto...

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