La collana "Astrolabio" della Salerno, diretta da Enrico Malato, si propone di "fare il punto su grandi temi, figure, momenti, aspetti della nostra cultura e della nostra storia". Questo intento è soddisfatto in pieno dal volume di Giovanni Polara, dedicato al significato di "classico" nel mondo contemporaneo a partire da un'indagine storico-culturale, che può essere agevolmente seguita anche da chi non sia uno specialista della filologia. L'autore parte da un assunto antropologico che ribalta l'immagine proposta dalla pubblicistica dominante: "Mai c'è stato tanto interesse per il classico e per l'antico come nelle epoche di grandi evoluzioni e rivoluzioni, compiute o solo auspicate (
). Si teorizza l'inutilità del passato per esorcizzare l'ammissione dell'inutilità di un futuro, o almeno l'incapacità di immaginarlo e di volerlo abbastanza". Il primo capitolo ripercorre la storia del termine "classico" in un serrato confronto tra cultura greca e latina senza perdere di vista la sua evoluzione nei tempi successivi fino a giungere alla riflessione novecentesca sui problemi di teoria letteraria, con riferimenti a Jauss, Lukács, Hirsch jr., Holdheim e, per l'Italia, Fortini. Segue un'ampia riflessione sulla creazione dei classici e sul ruolo giocato in tale processo non solo dai professionisti della cultura, come critici, commentatori, maestri di scuola e filologi, ma anche dai gusti del pubblico. Il terzo capitolo, il più ampio del volume, costituisce una guida all'interno della storia della filologia, divisa in due periodi (tra Ottocento e Novecento e dopo la Prima guerra mondiale) e a seconda dei vari paesi europei. L'autore si sofferma successivamente sulla situazione degli studi classici nella cornice della società contemporanea, senza nascondere i problemi attuali dell'antichistica, come il "taglio sempre più specialistico e iniziatico" o "la perdita della capacità propositiva a livello metodologico". Il volume si chiude, quindi, con un forte appello fondato su una metafora atletica: "Un mondo che si proclama attento al merito e al talento non dovrebbe rinunciare a guardare con favore a chi invece per andare avanti, per fare un salto più lungo, decide di prendere la rincorsa e si guarda alle spalle per disporre di più spazio". In particolare, è il mondo della scuola e degli insegnanti che viene interpellato, responsabilizzato ed esortato a rifiutare tecniche di imbonimento che alterano il senso del classico e a liberarsi da motivazioni fuorvianti nella lettura degli autori antichi. Amedeo Alessandro Raschieri
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