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Anno edizione: 2015
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Libro che mi ha appassionato subito,il protagonista pur con le sue manie e fobie quasi da malato ti invoglia a tifare per lui peccato per il finale un pò sospeso avrei preferito una conclusione più definita.
Ginpei Momoi è un professore ossessionato da tutte le figure femminili che incontra, al punto di sentirsi costretto a pedinarle, a spiarle, a sognarne non solo il possesso, ma addirittura l’annientamento. Alla base di questa sua nevrosi erotica (tratteggiata da Kawabata senza alcun cedimento alla volgarità, o alla descrizione esplicita del rapporto sessuale), Ginpei riconosce in se stesso un trauma infantile, risalente al difficile rapporto con la madre, e al rifiuto sentimentale impostogli dalla cugina Yayoi, molto amata e desiderata, con cui usava passeggiare sulle rive gelate del lago del paese. Il gelo introiettato di quel rapporto e di quelle lontane giornate, porta il giovane a reiterare perpetuamente una ricerca di rispondenza affettiva, proprio laddove si suppone inevitabilmente sconfitto. Il complesso insuperabile di avere piedi ossuti e sgraziati, al limite della deformità, lo induce ad attribuire alla scarsa avvenenza del suo fisico qualsiasi sconfitta in campo sentimentale. L’abilità narrativa di Kawabata consiste nell’accompagnare il lettore alla scoperta dell’esistenza quotidiana delle figure femminili, rivelandone cause ed effetti, antefatti e necessarie conseguenze: così veniamo poco a poco a scoprire sia una giovanile ed ipotetica paternità indesiderata di Ginpei, sia la seduzione di una sua allieva minorenne che l’aveva portato all’allontanamento dal lavoro e alla sua esclusione – in parte volontaria – dalla società. Attraverso l’interpretazione empatica dell’autore, il protagonista si ritiene autorizzato a giustificare le sue azioni ideologicamente, in modo da potersi assolvere da qualsiasi senso di colpa: “Come sarebbe possibile nell’essere umano il piacere di chi agisce se non esistesse quello di chi subisce?”. Il finale ansiogeno e caotico del romanzo ci sprofonda nella psiche allucinata del protagonista, nelle sue visioni che confondono presente e passato, ricordi veri e incubi: conducendoci verso un epilogo di straniante banalità.
molto evocativo, avvolge lentamente in atmosfere per noi lontanissime e per questo affascinanti, e trascina senza patetismi nella psiche del protagonista. qualche incertezza nel finale.
Recensioni
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