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Anno edizione: 2018
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Immersione nel cuore nero di un fatto di cronaca, là dove non c'è speranza di redenzione. Lo storico applica i canoni di una ricerca quanto più possibile scientifica ad una storia di cronaca nera la cui vittima si fa emblema di tutte le donne violate e massacrate dalla sorte prima e dagli uomini poi. Contesti sociali in cui si nasce e che bastano a determinare il destino della piccola fragile bambina, a cui le Istituzioni cercano di dare riparo e risarcimento, prendendola in carico: ma nemmeno nel complesso mondo della tutela pubblica si troverà salvezza. Narrazione a tratti avvincente a tratti pesante, specie dove si ricostruisce l'iter giudiziario, pur interessante. Alla lunga produce un effetto di cupezza senza via d'uscita. Sulla traccia di grandi romanzi-verità che hanno fatto storia, come "A sangue freddo" di Capote, o "L'avversario" di Carrere, o il bellissimo "La città dei vivi" di Lagioia, Jablonka ci fa riflettere su come il fatto di cronaca nera sia, come scrive Barthes, un'"informazione totale", sulla società, sul destino di classe, sull'animo umano, dove oppressione, violenza, ipocrisia, stato, famiglia si mescolano in un affresco degno di una tragedia greca.
Ci interessa la cosiddetta cronaca nera e ci delude vederla bistrattata come tale dagli organi dell'informazione? Allora questo libro va letto. Jablonka è uno storico dell'età contemporanea che, a partire dall' ennesimo femminicidio, si mette di punta nel tentare di ricostruire e interrogare il vissuto della vittima, una ragazza di diciott'anni, con un passato familiare difficile, con una famiglia affidataria che tale non si rivela, con l'informazione e il governo francese di Sarkozy che sfruttano la vicenda per aumentare il consenso e la virata verso leggi repressive. Laetitia violentata e uccisa una seconda volta. Libro da leggere per non dimenticare lei e tutte le donne che hanno subito la stessa violenza.
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