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Un titolo, un programma, il libro di Sandro Fasoli! Programma che, sin dalle prime pagine, mantiene fede a quanto promesso trasportando il lettore, di racconto in racconto (legati da un sottile fil rouge) in situazioni paradossali e grottesche capaci di strappare più di un sorriso. Ma non solo, a tratti lo introduce, come nel racconto La Regina di Cuori e il Fante di Picche, nel magico mondo dell'immaginazione, attribuendo vita e storie a oggetti inanimati come le carte da gioco. Quando non descrive, con una buona dose di divertissement e con tutti i retroscena tipici degli amori contrastati, romantici e impossibili, una gustosa partita di scacchi viventi ne: Il pedone di Marostica. Ma quando il gioco si fa duro... Ecco che si entra nella dimensione del giallo, un piccolo esercizio di noir che lascia il lettore un po' perplesso. La scrittura di Fasoli è decisamente maschile sia nello stile sia nelle idee sviluppate con taglio giovanilistico. Dai sentimenti al sesso. Dal calcio alla politica. Temi, questi ultimi, cari ai giovani maschi di oggi che parlano e pensano per luoghi comuni. Se questo libro fosse solo un esercizio di autobiografismo, si potrebbe dire che forse Fasoli avrebbe fatto meglio a sorvolare su argomenti che meriterebbero un pensiero più originale, ma poiché, a detta dell'autore, l'unico protagonista reale del libro è il felino che ammicca, replicato all'infinito, dalla copertina, non possiamo che meravigliarci del fenomeno. E concludere asserendo che: parlare con il proprio gatto non è un pericoloso sintomo di pazzia, ma quando il gatto ci risponde... Allora sì, forse abbiamo un problema.
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