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Esordiente a ventitré anni con Al culmine della disperazione, Cioran pubblicò Lacrime e santi nel 1937, l’anno in cui arrivò a Parigi. Nella sua opera, questo primo periodo rumeno è una sorta di Sturm und Drang. Vi si trovano già molti dei suoi temi principali, ma come immersi in un’atmosfera temporalesca, accesi da una furia che si volge contro tutto. E al tempo stesso si avverte già una frequentazione appassionata dei mistici. Sono loro – ben più dei filosofi – ad accompagnare «il destarsi delle lacrime che dormono nel più profondo di noi», perché solo da quella via ci si può avviare a una conoscenza non illusoria, se è vero – come qui si dice – che «al giudizio finale verranno pesate soltanto le lacrime».
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Si esce sempre felicemente tumefatti dall'incontro con le pagine di Cioran; la sua radicalità scinde come in due parti identiche la crudeltà del vivere, l'idiozia conclamata da un lato e la gioia di ogni fuggevole raro respiro dall'altro. I suoi sono strali come di uno sconfitto che tifa incessantemente per la vita, la rincorre, la corteggia sapendo che quella lo rifiuterà, ma non importa, perché "il tragico è lo stadio estremo dell'ironia". "Piangere senza motivo: segno che si è capito tutto". Il pathos di un uomo che nei suoi fulminei pensieri è di una cristallina sapienza qui è riunito in una prova impeccabile. Perché "il fallito è un La Rochefoucauld senza il genio".
Esordiente a ventitré anni con Sulle cime della disperazione, Cioran pubblicò Lacrime e santi nel 1937, l’anno in cui arrivò a Parigi. Nella sua opera, questo primo periodo rumeno è una sorta di Sturm und Drang. Vi si trovano già molti dei suoi temi principali, ma come immersi in un’atmosfera temporalesca, accesi da una furia che si volge contro tutto. E al tempo stesso si avverte già una frequentazione appassionata dei mistici. Sono loro – ben più dei filosofi – ad accompagnare «il destarsi delle lacrime che dormono nel più profondo di noi», perché solo da quella via ci si può avviare a una conoscenza non illusoria, se è vero – come qui si dice – che «al giudizio finale verranno pesate soltanto le lacrime».
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