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Gianni Rodari diceva che si possono dire cose serie, molto serie, anche parlando di gatti. Bagini e Moia parlano di guerra e bombe, di soldati feriti e affamati, raccontando per i più piccoli una storia di conigli e carote. Quando scoppia la guerra tutti sono eccitati e contenti, anche il piccolo Piko e Koki che parte con il fucile in spalla e una coniglietta offre fiori: batteremo i nemici che vogliono prenderci tutte le carote, spiega papà. Piko sta giocando a palla quando sente il primo bum: evviva! È proprio come una festa, con i fuochi d'artificio. Ma proprio ora cominciano le vicissitudini di Koki, soldato sbadato che continua a tornare a casa perché dimentica tutto: le bombe, gli occhiali per il fumo, qualcosa da mangiare. Adesso zoppica e non sembra più tanto contento. Anche sulla tavola di Piko non ci sono più carote: "La guerra se l'è mangiate tutte" dice la mamma. Nessuno è più contento. Finisce la guerra e Koki torna appoggiato a una stampella e con la testa fasciata. "Com'era la guerra?". "Brutta come la fame" risponde, e poi racconta tutto sulla guerra al piccolo amico. Che sicuramente non dimenticherà. I disegni semplici e le figurine nettamente contornate, come quelle dei giornalini per i più piccoli, senza pretese o tentazioni "artistiche" o "adultiste", insieme ai colori attenuati e non squillanti, con pochissime righe stampatello per pagina, danno il giusto tono di severità ma anche di serenità a una narrazione tematicamente molto intensa. Il nome dell'editrice si ispira a una poesia di Rodari in cui c'è un signore che ha un orecchio verde per ascoltare le voci dei bambini. Ai quali bisogna anche saper (e dover) parlare, però.
Fernando Rotondo
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