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Anno edizione: 2016
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Sicuramente tra gli album impedibili dei Radiohead
Anni zero : con l’arrivo del nuovo millennio le profezie sulla fine del mondo erano all’ordine del giorno. In questo clima di preoccupazione veniva alla luce KidA , album che riflette appieno sia il periodo in cui è stato concepito che lo stato d’animo di Thom Yorke in crisi a causa dell’eccessiva attenzione ricevuta dalla band dopo la pubblicazione di OK Computer. Anni venti :nell’anno del covid riascoltare questo album produce ancora lo stesso effetto di quando è stato concepito . Atmosfera cupa, angosciosa, onirica ….. non aspettatevi hits ma un album da ascoltare dall’inizio alla fine tutto d’un fiato …. Monolite …. Imperdibile!
Kid A, quarto album della band inglese, registrato e uscito a cavallo del nuovo millennio, e’ il disco che sulla carta, dopo il successo di OK Computer e il relativo tour mondiale del ‘97-98, avrebbe dovuto consacrare i Radiohead sull’olimpo del rock mainstream, facendo ereditare a Yorke e soci lo scettro delle grandi band degli anni ‘80. Frutto di una grossa crisi esistenziale e creativa dovuta all’incredibile e inaspettato successo di Ok Computer, e ben documentata nel filmato Meeting People is Easy, Kid A rappresenta invece la reazione della band, alle regole inaccettabili dello show business, costituendo un vero e proprio “suicidio commerciale” e allo stesso tempo uno degli album imprescindibili del nuovo millennio. Il titolo Kid A (in realta’ il nomignolo di uno dei sequencer utilizzati dalla band in studio) indica idealmente il primo bambino geneticamente clonato. La copertina, che raffigura il rendering computerizzato di una montagna ghiacciata, rappresenta la visione di Stanley Donwood (il grafico che, da sempre, cura gli artworks radioheddiani) sulla guerra del Kosovo del 1999. Originariamente l’album avrebbe dovuto prendere il titolo dal celebre saggio “No Logo” di Naomi Klein: del volume della Klein riprende infatti i temi della denuncia al consumismo e alla globalizzazione. Coerentemente con questa idea, il disco usci’ senza alcuna promozione tradizionale e senza alcun singolo nè video di traino. La Parlophone/Capitol, etichetta sotto la quale il gruppo pubblicava all’epoca, preoccupata per le vendite, decise quindi di affidarsi al passaparola via internet di notizie, blips (brevi video musicali) e immagini che cominciarono a rimbalzare sui moltissimi siti non ufficiali dedicati ai Radiohead. Nel 2000, la band suono’ inoltre alcuni brani inediti durante un breve giro di concerti, testandoli davanti al pubblico e rendendosi immediatamente conto dell’enorme potenziale della rete.
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