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Scorrevole e avvincente. Un buon romanzo formativo per le scuole medie che può davvero essere letto da tutti: sia adulti sia bambini che si interrogano sul tema della partenza e in particolare sui viaggi intercontinentali di cui oggi si sente parlare tanto di cui l'Europa è meta finale e l'Italia trampolino di lancio (o almeno così sarebbe se le persone fossero lasciate libere di muoversi e procurarsi da vivere e crearsi un'indipendenza). Ci sono persone che sognano in grande e sono disposte a rischiare di perdere tutto per uscire da una terra sterile dove i desideri muoiono perché tutto si muove troppo lentamente per esaudirli. I figli dell'Africa che hanno nel cuore sogni più grandi del paese che li ha partoriti sono quelli che decidono di partire, quelli che trovanl il coraggio di mettersi in cammino. Un Paese statico ha partorito uomini dai piedi instancabili, dal corpo forte perché custode di un desiderio di vita. Solo a tratti ci è concesso intuire quello che uomini e donne africani vivono profondamente, quello che li mette in moto. Eppure è così semplice. La vita è dinamismo, è movimento. E ognuno di noi si muove in quanto imperfetto e asimmetrico, così sono le scelte di quelli che partono. Figli di tramonti stupendi, case essenziali, terre da lavorare. Figli di instabilità politiche che durano da troppo tempo e che non tutelano la crescita delle famiglie che restano, figli dell'istruzione precaria e della sanità inesistente. Luci e tenebre coesistono nella scelta di persone come Keita ma la luce è più forte.
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