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Anno edizione: 2021
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Un'opera che rimette in primo piano un tema fondamentale e mai risolto dell'America, della sua letteratura e della società moderna.
Jack London scrisse queste Memorie alcoliche dopo un tormentato viaggio a New York all'inizio del 1912, durante il quale ebbe una ricaduta tremenda nel vizio del bere: una sbronza colossale in preda alla quale lo scrittore decise di rasarsi a zero. Qui London sviluppa la sua particolare forma di non fiction che avrebbe in seguito caratterizzato il Novecento letterario americano come forma di saggistica narrativa. In quest'autobiografia del suo alcolismo, London affronta una tragedia che è privata e di molti esseri umani, individuando nell'alcol una viva figura luciferina chiamata John Barleycorn.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Quando le frequenze dei secoli pian piano, inevitabilmente, divideranno l'utile dall'inutile, lo spreco dalla necessità, il bersaglio colpito al centro dai cilecca continui, la meraviglia dalla modestia, l'aquila dal tarlo, quando accadrà tutto questo il nome di Jack London persisterà altissimo come un'arca a dominare valli e valli sterili di inventiva e di genio. Perché pochi, davvero pochi scrittori son stati capaci di mettersi in gioco così a fondo, di far fiorire la parola sopra ogni istante del loro travaglio, sopra ogni spettro del loro istinto, sopra le dicerie e le brutture di un consorzio umano eternamente rozzo e malfatto con le sue invidie e i suoi orrori. Questo libro lo prova nell'estrema verità di un racconto senza risparmi. E' un viaggio dentro un massacro alcolico reso con mani attente, persino commoventi a tratti. Il chicco d'orzo (Barleycorn) che striscia lento e denso in gola nelle sue vesti di birra e whisky e spezza ogni controllo, divora, spreme:"Ah, John Barleycorn è un mago nel narcotizzarti! Cervello e corpo, scottati, storditi e avvelenati tornano a intonarsi grazie allo stesso veleno che ne ha causato il danno". L'alcol allora come stimolo e uccisione insieme; da un lato dovere sociale, colla di amicizia, di condivisione, di volo dalle strette di attimi difficili, ma anche blocco e ansia quando si deve pur uscire dal suo cosmo malato e lasciar andare sulla carta un flusso di storie, di esperienze, di vita. Ma London ce la fa sempre, ha il dono e la mossa dell'ultimo momento, riserve di talento talmente smisurate contro le quali niente possono opporre galloni a fiumi di liquidi dentro il ventre. Un tocco ruvido e lirico in un racconto senza ritorno. Il cielo non chiede nulla in cambio per la pioggia che manda, lascia che cada come un regalo alle cose che germogliano. La letteratura fa lo stesso. Non esige, non biasima, non comanda. E' lì a dirci l'instabile e il miracoloso della vita, sorella ammaccata e fedele dei nostri giorni quaggiù.
Recensioni
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