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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2022
Martina Wildner racconta di pregiudizi e stereotipi di genere, di sport e di ambizioni, ma soprattutto narra la storia di una ragazza appassionata di calcio che si gioca tutto in una calda estate.
«Il libro racconta una storia emozionante e offre una visione realistica della vita delle giocatrici di calcio. Credo che ogni ragazza che giochi a calcio e abbia l'ambizione di crescere vi si riconoscerà» – Felicitas Rauch, calciatrice nazionale tedesca
«Un romanzo che si legge d'un fiato anche se non si ha nulla a che fare con l'erba sintetica, Ronaldo e la Champions League» – Kölner Stadt-Anzeiger
Jo ama il calcio, ha talento e il suo sogno è giocare nella Nazionale. Proprio per migliorare, è costretta a entrare – unica ragazza – nella squadra maschile della sua città, i Biancazzurri. Fin dal principio per lei è un inferno: non solo i maschi giocano in maniera molto più aggressiva e veloce, ma soprattutto non la considerano parte della squadra, la isolano e la colpevolizzano per ogni errore. Tuttavia l'ostacolo più grande per Jo è proprio la sua insicurezza di adolescente, che solo lei può riuscire a superare mettendo in campo la sua tenacia e il supporto delle persone più impensate. Martina Wildner racconta di pregiudizi e stereotipi di genere, di sport e di ambizioni, ma soprattutto narra la storia di una ragazza appassionata di calcio che si gioca tutto in una calda estate.
«Com'è andata, Jo?» chiese Jurek. «Ti sei battuta alla grande, mi pare.»
Quindi di merda, pensai. Solo che non vuole dirlo in questi termini. «No, no» disse l'allenatore, che evidentemente notò quanto fossi insoddisfatta. «Sei già sulla buona strada.»
«Ho toccato il pallone tre volte.»
«I ragazzi naturalmente non ti conoscono ancora. È così per tutti i nuovi.»
«Anche per i maschi?» chiesi. «Certo!» esclamò mio padre senza aspettare di sentire l'opinione di Jurek. «Quando si è nuovi, è difficile per tutti, persino per un Cristiano Ronaldo. Era un nanetto quando è arrivato allo Sporting Lisbona. Nessuno l'ha preso sul serio.»
Oddio, ma cosa stava dicendo mio padre? Già prima dell'allenamento aveva ricapitolato a Jurek tutta la mia carriera calcistica, anche che a due anni avevo tirato un pallone di gommapiuma contro un costoso vaso da fiori facendolo cadere e che il pallone di gommapiuma era del Bayern Monaco. Che vergogna!
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