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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2011
Anno edizione: 1998
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Libro magnifico, ambientato più di un secolo fa, è nello stesso tempo modernissimo: quante invidie e calunnie proliferano anche oggi all'interno di comunità cristiane che si ritengono le uniche vere portatrici del messaggio evangelico! E mi piace anche che l'autrice, pur con una visione disincantata della realtà, non cada nel cinismo o in un lamentevole pessimismo, mantenendo comunque fiducia e speranza nell'umanità. Proprio un bel libro, val la pena di leggerlo!
La Lagerloff, con una prosa non particolarmente ricercata – tra l’altro gronda di congiunzioni, ma a un premio Nobel che vogliamo rimproverare? – narra, senza essere apertamente critica, le vite allo sbaraglio di gente (che a differenza di Furore non è povera gente) manipolata da uno dei tanti profeti della verità rivelata che hanno sempre avuto gioco facile con gli ingenui abitanti dei siti agresti. Epopea mistico-avventurosa vista attraverso l’ennesimo rampollo della prestigiosa famiglia Ingmarsson, Ingmar che, dopo un inizio oscuro, porta la persistente luce della propria stirpe al gruppetto di esuli – un po’ esuli un po’ transfughi – trasferitisi dalla amata (e fresca!) Dalecarlia a Gerusalemme all’inseguimento del sogno della terra promessa, la terra del profeta Gesù. Alla resa dei conti più castigo che premio. Opera vigorosa che si concede qua e là sconfini nella magia e nel mito, il che, nel clima visionario dell’insieme, non nuoce, anzi.
Ogni racconto della scrittrice svedese ha il suo speciale fascino;commentare è un po' presentare una nota stonata. I racconti,di solito brevi, si leggono d'un fiato; questo libro, invece, essendo molto lungo, richiede buona volontà,giorno dopo giorno. All'inizio la presentazione di personaggi ed ambiente contadino della Svezia ottocentesca apre la mente del lettore sulla dimensione "umana",personalità caratteri vicende .... che oltre ad arricchire lo spirito del lettore, diventano trampolino di lancio per seguire quella realtà storica di misticismo ,religiosità,pietismo, che spinse realmente persone(non fanatiche ma di cultura biblica-evangelica intensa) desiderose di seguire NOSTRO Signore vivendo nella Sua terra,percorrendo le sue strade, facendosi suoi discepoli come chi visse con LUI duemila anni fa.Natura,villaggio,piccola comunità,Città Santa mentre la società della prima rivoluzione industriale stava ,allora , creando gravi problemi sociali,profonde ingiustizie.Le sane utopie sempre da valutare criticamente,non quelle effimere, epidermiche, hippy o da figli dei fiori ,secolo scorso,che più nessuno ricorda,perchè "vuote",solo "chiassose".
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