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Avventure senza tempo Letto questo romanzo di Carlo Menzinger scrivo queste brevi note. Un racconto godibile e fresco che ci trasporta sulle ali della fantasia attarverso mondi diversi: il nostro, il futuro e il passato. Tutto sommato merita di essere letto perché non annoia. L'inizio stenta a carburare dal tono lento e sonnacchioso, a tratti troppo didascalico, poi si scrolla da dosso scorie e impacci e prende il largo sicuro. Il ritmo sale man mano che gli episodi e le avventure si svolgono. Le cadute di tensioni, che ci sono, vengono coperte e oscurate dal crescendo d'interesse per le avventure o disavventure di Jacopo e dei compagni di viaggio. Le descrizioni sono credibili mostrando un discreta attitudine a rendere la narrazione credibile. Il finale è concitato in maniera voluta perché deve lasciare lo spazio per il prossomo romanzo. In conclusione un buon racconto che può essere consigliato in tutta tranquillità.
La letteratura per ragazzi è ancora viva! Una lettura piacevolissima, sebbene adatta ad un pubblico giovane (mi sto facendo vecchio per certe cose!!!), quest'avventura preistorica descritta da Carlo Menzinger è davvero spassosa. Un racconto che spazia avvincendo e conquistando il lettore, riuscendo anche a donare un pizzico di suspance con vorticosi inseguimenti e personaggi ai quali è impossibile non affezionarsi. Bellissime le ambientazioni e l'impatto con quelle civiltà preistoriche molto lontane da noi, rese con una verosimiglianza quasi giocosa che incuriosisce la lettura. Il tutto, partendo da un regalo di compleanno "particolare" che nonno Erasmo dona al piccolo Jacopo. Stupore, meraviglia, nuove amicizie, ma soprattutto un sacco di avventura! Questo è lo spirito di "Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale", dove i guardiani ucronici controllano che il tempo non si discosti troppo dal seminato, e dov'è possibile che un suricato sia in grado di scrivere per comunicare! Bello bello bello! Pronti per il viaggio? Riusciranno Jacopo ed i suoi nuovi amici a sfuggire dalle grinfie di Gruhum, velociraptor evoluto con la passione per la caccia? Accendete i motori della fantasia, non ne rimarrete delusi.
Fin dalla copertina che dalle prime pagine (arricchite dai disegni di Ludwig Brunetti e Niccolò Pizzorno) si capisce che il pubblico verso cui è orientato il romanzo è un po' più vasto rispetto a quello dell'altra opera. Il modo di scrivere è decisamente semplice e scorrevole: una grande dote di spiegare concetti complicati attraverso parole che possono essere capite anche dai più giovani. Impossibile non fare un paragone con l'ucronia su Colombo che era di per sè un'opera d'arte anche solo per lo stile di scrittura. Qui, il protagonista è un ragazzino di soli nove anni, che pensa come una bambino di quell'età e si trova catapultato in un'avventura fantastica in un mondo che non è certo simile al suo. La preistoria vista con occhi ucronici non è particolarmente interessante, ma l'autore non si limita a scaraventare i personaggi in un passato lontanissimo. Crea delle divergenze temporali, in cui ora l'una ora l'altra specie si è evoluta. La trama è veloce ed avvincente, ma la fine è decisamente troppo secca: ci sarà un continuo, e non ci resta che attendere che la penna di Menzinger si metta all'opera. Il romanzo fortunatamente, seppur leggibile anche da ragazzi più giovani, non scade in sviolinate inutili su quanto sia bella la natura, su quanto sia buono porgere l'altra guancia e così via. Ci sono morti e feriti, ci sono paure ed avventure. E' realistico insomma, nella sua semplicità di storia di fantasia. Il tocco decisamente in più è rappresentato dalle epoche differenti da cui provengono Jacopo ed Elisa. Un tocco di ironia ed alcune simpatiche incoprensioni lo rendono ancora più vivace.
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