Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Jack lo Sventratore - Robert Desnos - copertina
Jack lo Sventratore - Robert Desnos - copertina
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 9 liste dei desideri
Jack lo Sventratore
Disponibilità immediata
9,00 €
-25% 12,00 €
9,00 € 12,00 € -25%
Disp. immediata
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
9,00 € Spedizione gratuita
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Nuovo
Multiservices
12,00 € + 7,50 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Nani
12,00 € + 6,50 € Spedizione
disponibile in 8 giorni lavorativi disponibile in 8 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
9,00 € Spedizione gratuita
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Nuovo
Multiservices
12,00 € + 7,50 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Nani
12,00 € + 6,50 € Spedizione
disponibile in 8 giorni lavorativi disponibile in 8 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Chiudi
Jack lo Sventratore - Robert Desnos - copertina

Dettagli

1995
1 aprile 1995
104 p., ill.
9788871860930

Voce della critica


recensione di Bianco, L., L'Indice 1995, n. 9

"In definitiva, non è la poesia che deve essere libera, è il poeta", scriveva Robert Desnos nel 1943. Sono parole che troveranno una smentita, e, al contempo, un'atroce conferma un anno più tardi, quando Desnos verrà arrestato dalla Gestapo e inizierà un tremendo grand tour dell'universo concentrazionario: Auschwitz, Buchenwald, Flossenburg, Floha e infine Terezin, dove morirà nel giugno 1945 di tifo, di stenti e di letteratura. Proprio così: di letteratura. Una recente scoperta epistolare ha infatti permesso di appurare che Desnos perse volontariamente il treno che, nei giorni della ritirata tedesca, permetteva ai prigionieri di lasciare Floha: doveva, infatti, recuperare il manoscritto di un suo romanzo d'amore "di un genere totalmente nuovo" che conservava in una scatola di cioccolatini. La scatola venne rubata, pare, da un soldato russo che, assurdamente, credeva contenesse ancora dolciumi.
Se non si trattasse di Robert Desnos, l'idea di un romanzo d'amore scritto durante e dentro Auschwitz, n‚ prima n‚ (Adorno permettendo) dopo, basterebbe a presentare un autore meglio di qualsiasi recensione. La figura di Desnos, tuttavia, è troppo poco nota in Italia, nonostante il poeta fosse una delle voci più limpide, affascinanti e coerenti del movimento surrealista.
È André Breton a tracciare in "Nadja" (1928, ed. italiana Einaudi, 1972) uno dei più penetranti ritratti di Desnos: "Rivedo ora Robert Desnos all'epoca che quanti tra noi l'hanno conosciuta chiamano l'epoca dei sonni. Dorme, ma scrive, parla,... continua a vedere quello che io non vedo, quel che non vedo se non a mano a mano che lui me lo mostra". Più ancora delle poesie di Desnos, entrano dunque nella leggenda del gruppo le sue sedute di scrittura automatica: capace di cadere, a suo piacimento, in una profonda trance ipnotica, Desnos diviene per i surrealisti una sorta di oracolo, un vero e proprio telepate del meraviglioso, capace di trarre con stupefacente naturalezza dal sonno autoindotto le più fresche immagini oniriche e i giochi di parole più strabilianti.
Prima che come regola di letteratura, Desnos intendeva il surrealismo come pratica di vita, una pratica che finiva per ritorcersi contro la stessa realtà quotidiana: "Ho tanto sognato di te che tu perdi la tua realtà... Ho tanto sognato di te che le mie braccia, abituate a incrociarsi sul mio petto stringendo la tua ombra, forse non si piegherebbero al contorno del tuo corpo" (cito dalla raccolta "Corps et biens", 1930).
La fede surrealista, tuttavia, non impediva a Desnos di "compromettersi" con la stampa borghese: la straordinaria qualità della sua scrittura e delle sue manipolazioni linguistiche ("Le parole sono nostre schiave", scriveva in una poesia del 1923) gli permetterà di lavorare per numerosi quotidiani e settimanali, attirandosi così il risentimento di Breton. I nodi vengono al pettine alla fine degli anni venti: da un lato, l'autore del "Secondo manifesto del surrealismo" escluderà Desnos dal movimento (insieme, peraltro, a Queneau, Prévert, Bataille e altri); dall'altro, Desnos contribuirà al virulento pamphlet antibretoniano "Un cadavere" e scriverà nel 1929: "Il surrealismo è diventato di dominio pubblico, a disposizione degli eresiarchi, degli scismatici e degli atei. Ed io sono un ateo".
Desnos continuerà a praticare quest'ipotesi di un surrealismo "laico", opponendosi al ferreo dogmatismo di Breton e soci, fino al suo prematuro congedo dalla vita: il poeta André Verdet, deportato con lui ad Auschwitz, racconta infatti, che, al momento dell'arrivo nel Lager, Desnos confortava i compagni 'di prigionia leggendo fantasmagorici destini nelle linee delle loro mani.
È proprio a questo modo di intendere il surrealismo che bisogna ricondurre "Jack lo sventratore". Si tratta di una serie di articoli scritti da Desnos per il quotidiano "Paris-matinal" nel 1928. Il tono piano e cronachistico della scrittura, tuttavia, non deve trarre in inganno. Certo, Desnos era un ottimo giornalista-scrittore di cronaca nera, come vorremmo che fossero quelli che d'estate infestano le pagine dei nostri quotidiani. La sua ricostruzione delle imprese di Jack lo squartatore, tuttavia, obbedisce anche ai dettami del gusto surrealista. I surrealisti, infatti, si riconoscevano in pieno nel programmatico titolo di De Quincey che elevava l'omicidio al rango di "una delle belle arti". Da quell'opera si snoda un sentiero che sfiora l'assassino e poeta Lacenaire, tocca le sorelle Papin, le quali massacrano le padrone della casa presso cui erano impiegate come domestiche, e sfocia nel caso della parricida Violette Nozières, che assassinando il genitore si guadagna un florilegio poetico e artistico che va annoverato tra i più intensi frutti del movimento surrealista. È del resto lo stesso Breton a scrivere che "il più semplice atto surrealista consiste nell'uscire in strada con la rivoltella in pugno e sparare a caso, finché si può, tra la folla". Desnos ripercorre asciuttamente gli undici omicidi di Jack lo squartatore per proporre infine una soluzione sull'identità del maniaco omicida.
Dal momento che il testo si legge come e, forse, meglio di un romanzo giallo, lasceremo al lettore il piacere di smascherare l'assassino; importa piuttosto sottolineare la ricchezza dell'edizione curata da Alberto Castoldi. Il testo occupa infatti solo un terzo del libro: il resto consiste nell'avvincente prefazione dello stesso Castoldi, che scandaglia a fondo il tema dell'"Intellettuale come assassino", mettendo in luce tutte le implicazioni che legano scrittori e criminali, dal romanzo poliziesco alla fascinazione per serial killers; spiace soltanto l'omissione di una buona bibliografia. Ancora Castoldi procura un esauriente profilo biografico di Desnos. Molto gustosa, infine, la scelta dell'apparato illustrativo, che seleziona le apocalittiche vedute dei degradati quartieri londinesi ad opera del grande Gustave Doré, i grandguignoleschi collages di Max Ernst, le truculente illustrazioni dei feuilletons e dei rotocalchi popolari dell'epoca e qualche disegno dello stesso autore: un degno complemento a una coraggiosa iniziativa editoriale, che speriamo preluda a una più attenta considerazione dell'Opera di Robert Desnos, poeta che fu meno libero della sua poesia.
Ma dal campo di lavoro di Floha riusciva a scrivere per il compleanno della moglie Youki: "Avrei voluto regalarti 100.000 sigarette di tabacco biondo, dodici vestiti firmati da grandi sarti, l'appartamento di Rue de Seine, un'automobile, la casetta nella foresta di Compiègne, quella di Belle-Isle e un mazzetto di fiori da due lire. In mia assenza, comprati lo stesso i fiori, te li rimborserò. Il resto, ti prometto che te lo darò più tardi".

Leggi di più Leggi di meno

Conosci l'autore

Robert Desnos

(Parigi 1900 - Terezin 1945) poeta francese. Nel 1919 aderì al movimento dada. Dopo l’incontro con B. Péret partecipò alle prime manifestazioni del gruppo surrealista, soprattutto alle «séances de sommeil» organizzate da A. Breton et Péret. Si rivelò un vero genio dell’automatismo verbale e diventò uno specialista della ricostruzione di sogni. La sua concezione totale della poesia lo portò nel 1930 a rompere con il movimento surrealista, che accusava di inquinamenti cultural-politici. La sua opera poetica è caratterizzata dalla raffinatezza delle scelte espressive, dal rapporto con un retroterra culturale classico (per es., gli alessandrini) e da un’ispirazione visionaria: La libertà o l’amore (La liberté ou l’amour, 1927, nt), Corpi e beni (Corps et biens, 1930, nt), Fortune (Fortunes, 1942,...

Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore