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Questo libro sviluppa stimolanti ricerche interdisciplinari a partire dall'ipotesi formulata da Federico Chabod (L'idea di nazione, 1961): la "creazione culturale" della "nazione italiana" e la necessità di risalire alle "fonti" letterarie del "sentimento nazionale" per ricostruire la formazione di un'"identità" alle radici stesse del "sentimento di appartenenza". Studiando le "origini" e l'"evoluzione dei lemmi che costituiscono il 'vocabolario nazionale' italiano", Sciarrini esamina innanzitutto il contributo della storiografia erudita italiana di fine Ottocento e inizio Novecento e sottolinea il ruolo pionieristico di un "prototipo dell'intellettuale liberale tardo-risorgimentale" come Alessandro D'Ancona. Di quel grande lavoro di riscoperta della "biblioteca nazionale", a partire dai grandi trecentisti fino a Leopardi e Berchet, passando attraverso la letteratura civile e patriottica del Cinque e Seicento, si esaminano poi alcune tappe significative: in primo luogo il nesso fondatore Dante-Petrarca; quindi alcuni esperimenti cinquecenteschi, come l'allegorizzazione politica nella commedia L'Italia consolata di Bernardino Pellippari (1561) e soprattutto l'"ingegnoso progetto confederativo" elaborato dal poligrafo Gerolamo Muzio in un'ampia prospettiva culturale e linguistica; infine l'energica cristallizzazione di un "tessuto identitario" nella poesia politico-civile di Flavio Testi al principio del Seicento (segnatamente il poemetto in ottave Pianto d'Italia, dedicato a Carlo Emanuele I di Savoia). Il trasferimento di questa complessa eredità, grazie alla decisiva mediazione di Testi, nelle "canzoni civili e patriottiche" di Leopardi forma il punto conclusivo del puntuale restauro del "canone" nazionale operato da Sciarrini. Proprio l'ipotesi finale di un nesso Testi-Leopardi dimostra quanto sia utile e produttivo un approccio "comparatistico" fra storia e letteratura.
Rinaldo Rinaldi
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