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Il volume - un compatto quadro di insieme attento al rapporto tra gli evangelici italiani e la storia del nostro paese e altresì al contesto storico-culturale dell'area della Riforma protestante - costituisce per molti versi la continuazione del noto Risorgimento e protestanti uscito nel 1956. Il punto di partenza è l'indomani di Porta Pia, quando, tra le novità, va segnalata una presenza evangelica certo esigua quantitativamente, ma estesa dalle Alpi alla Sicilia: in Piemonte la popolazione riformata delle valli valdesi; nel resto d'Italia alcune decine di migliaia di protestanti, parte stranieri e membri di chiese di lingua francese, inglese e tedesca, parte italiani per lo più di recente conversione e membri di un centinaio di chiese di varia denominazione. Di questa minoranza - che si percepisce come un'"avanguardia di civiltà" - Spini segue le sorti puntando l'attenzione sui valdesi delle Valli e sui valdesi fuori delle valli attraverso l'opera di evangelizzazione; dedicando ampio spazio al villaggio evangelico mistilingue di Firenze, la città italiana con la più alta percentuale di protestanti, che continua a ospitare, anche dopo il trasferimento della capitale a Roma, la Scuola teologica valdese; e analizzando ancora le componenti battista, metodista e le tante altre in cui l'evangelismo italiano resta, nonostante i tentativi di riavvicinamento, frazionato. Il quadro complessivo dell'Italia evangelica registra una notevole trasformazione con l'avvio del nuovo secolo: si tratta non solo di una crescita quantitativa, ma di un mutamento qualitativo caratterizzato da un rinnovamento del bagaglio culturale e delle strutture organizzative. Sono questi anche gli anni del rinnovamento del dialogo tra cultura italiana e mondo evangelico, grazie in particolare a riviste come "Coenobium" e "Bilychnis". L'affresco si chiude sul senso di profondo disorientamento che colpisce l'Italia evangelica - il cui atteggiamento nei confronti dello stato liberale era stato improntato a un "impeccabile lealismo" - di fronte al linguaggio e ai metodi che prevalgono nel paese tra immediato dopoguerra e primi anni venti.
Emma Mana
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