Venezia, dal Prem. Stabil. Tip. di P. Naratovich, In-8°, pp. (2), 432, legatura coeva m. pelle con titolo e filetti in oro al dorso. Alcune firme. Minime fioriture. Al risguardo, un'annotazione coeva relativa a Pietro Giordani. Ottimo stato. Seconda edizione italiana di questa raccolta di scritti di pubblicistica risorgimentale il cui titolo provocatoriamente si riallaccia alla celebre frase di Lamartine, riferita all'incapacità da parte dell'Italia ancora divisa di scrollarsi dal giogo della dominazione straniera. L'edizione originale era apparsa in francese a Parigi nel 1860 (conoscendo subito un'edizione in italiano impressa a Napoli), raccogliendo le corrispondenze inviate al "Journal des Débats". Il Monnier traccia un vivace quadro della vita civile e culturale dell'Italia del tempo, discorrendo della situazione del Piemonte, della Lombardia, della Toscana, di Napoli e della Sicilia, nonché di rilevanti figure della nostra storia risorgimentale (e prerisorgimentale, rintracciando i lontani fomiti dell'epopea del Risorgimento): Arnaldo da Brescia, Foscolo, Giuseppe Giusti, Mazzini, Garibaldi, i Poerio, Manzoni, Berchet, Grossi, Gabriele Pepe, Pietro Giordani, Leopardi (tre interi capitoli, i capp. VIII-X, sono dedicati al sommo poeta), Vieusseux, Colletta, Gino Capponi, Guerrazzi, Montanelli, Tommaseo, Niccolini, Carlo Troya (e la storiografia neoguelfa dell'800), Antonio Ranieri, i poeti popolari e il teatro popolare, Imbriani, Mancini, Mariano d'Ayala, Niccola Sole, Ferrari, Cattaneo, Revere, Dall'Ongaro, Cantù, Aleardi, Vannucci, Galluppi, Rosmini, Mamini, Ausonio Franchi, Giovanni Prati, Cavour, ecc. Il Monnier (Firenze, 1829-Ginevra, 1885), figlio di padre francese e madre svizzera, a sua volta padre del noto scrittore Philippe, fu scrittore e giornalista di vocazione internazionale e di notevole eclettismo. "Dal 1832 al 1864 la sua vita ruotò attorno a Napoli, dove il padre era albergatore. Compì gli studi in Francia, in Germania e a Ginevra all'Università di Ginevra fu professore di storia comparata della letteratura (1864-85). Dai suoi corsi derivò una Histoire générale de la littérature moderne (due volumi, 1884-85). Scrittore eclettico.. tradusse il Faust di Johann Wolfgang von Goethe (1875) e riadattò l'Orlando furioso di Ludovico Ariosto (1878) fu pure drammaturgo (in particolare commedie per il teatro delle marionette), storico e saggista (L'Italia é la terra dei morti?, 1860 Garibaldi, 1861 Histoire du brigandage dans l'Italie méridionale, 1862), nonché romanziere e novellista (Novelle napoletane, 1879 Le contes populaires en Italie, 1880). Letterato dalla penna agile e generosa, entusiasta divulgatore, Monnier fu anzitutto un competente ambasciatore della cultura italiana" (Arnaud Tripet in Dizionario storico della Svizzera). Vismara, 118. Bertarelli, n. 7982 (edizione napoletana del 1860). Cfr. Silvio Federico Baridon, Marc Monnier e l'Italia, Torino, 1942.
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