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Giorgio Bassani, nella sua veste di presidente dell'associazione Italia Nostra, vedeva con preoccupazione l'avanzata della modernizzazione, di cui sottolineava gli aspetti deteriori come il proliferare caotico e disordinato delle città, che contribuiva al degrado ambientale, all'impoverimento culturale e all'affermazione di un'ideologia della crescita senza limiti e senza regole, foriera della nuova civiltà dei consumi, che rischiava di ridurre gli individui a puri "transiti di cibo", a "uomini massa". In un discorso risalente ai primi anni '60, Bassani scriveva: "Dal 1965 in poi, Italia Nostra si è assai sviluppata;[...] non siamo né contestatori globali, né puri esteti. Riteniamo che il patrimonio culturale e naturale sia un bene di cui la civiltà tecnologica e industriale, nella quale viviamo, non possa fare a meno, se vuole continuare a esistere. La civiltà industriale ha mostrato di sapersi dare un'efficienza; adesso occorre che si dia una "religione", che sappia cioè contraddire a tutto ciò che tende a trasformare l'uomo in puro consumatore. E' necessario che ci si convinca che vale la pena di espandersi e di consumare un po' meno, perché l'uomo resti uomo". Amareggiato dalla modernizzazione sempre più convulsa che dopo gli anni del "miracolo economico" vedeva protagonista una società distratta e allegra, impegnata a cancellare la storia e il proprio passato - come si evinceva dalla sua indifferenza ai valori della bellezza e della memoria -, Bassani percepiva il patrimonio artistico e naturale come una risorsa dell'umanità alternativa ai rischi dell'individualismo e del consumismo. Un antidoto ai "valori" dell'astuzia, dell'intraprendenza e del pragmatismo delle nostre classi dirigenti che a partire dai tardi anni Cinquanta del Novecento hanno guidato le trasformazioni sociali che avrebbero cambiato i rapporti di produzione, la mentalità, i costumi e i gusti estetici degli italiani, lacerando l'anima e il volto del nostro Paese. LORENZO CATANIA
giorgio bassani è stato, nell’ottobre del 1955, tra i fondatori di “italia nostra” e suo presidente dal 1965 al 1980: egli scrive perciò come parte attiva fin dalle prime azioni di difesa del nostro patrimonio artistico e paesaggistico. nonostante il tempo trascorso, questa sua raccolta di interventi (scritti tra i primi anni ’60 e i primi anni ’80) non ha, purtroppo, perso di attualità. è solo in parte un libro di storia quindi, malauguratamente. soprattutto è un testo in cui la voce di bassani risuona viva e presente e stimola a continuare la battaglia per la salvaguardia di ciò che fonda la nostra specifica identità e che ci rende inequivocabilmente riconoscibili come popolo e come nazione: la nostra storia e il nostro ambiente.
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