L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Come Corrado che mi precede anch'io l'ho trovato bellissimo, ma non l'ho letto affatto d'un fiato, in quanto molti periodi ritornavo a leggerli quasi con l'intento edonistico di gustarli col palato della mente, di appropriarmene, di farli miei, di penetrarli, perché amare vuol dire possedere e chi lo nega non è mai nato o non ha ancora capito niente. Mi è stato facile farlo anche perché il libro è scritto benissimo, è sempre pienamente comprensibile e facilmente ci coinvolge. Qualcuno ha detto che questo libro possa prestarsi ad essere una sorta di manifesto-documentario di quei favolosi e irripetibili anni che furono quelli di compì vent’anni tra la seconda metà degli anni sessanta e la prima metà del decennio successivo così come sessant'anni prima la sterminata e dobordante produzione di Filippo Tommaso Marinetti lo era stata di quel periodo torbido e velleitario che nelle intezioni del suo ideatore doveva essere il Futurismo e che alla fine fu solo il Fascismo. No, qui è diverso. I due autori e le due testimonianze non hanno nulla da spartire. A quel che sembra leggendo i suoi libri, Massimo Sanfilippo è un uomo “morbido”, pieno di “spleen”, di grande spessore culturale e di grandissime sensibilità, mentre Marinetti fu, a voler essere generosi, solo una sorta di "editio minor" del D'annunzio. Quei favolosi ed irripetibili anni non ritorneranno o se tra un secolo o due dovessero ritornare saranno atroci e irriconoscibili. Perché saranno senza canto, senza musiche e quindi allegria. Le donne che verranno quasi non si distingueranno dagli uomini, avranno la voce roca e indosseranno pantaloni di pelle. Io, che per mia fortuna non ci sarò, al mio funerale vorrò solo donne con le gonne e il vento nei capelli. E che, per favore, dentro la bara una qualche mano pietosa ci metta anche questo piccolo e prezioso documento, ché quei tempi noi avemmo la fortuna di viverli e quelle musiche le abbiamo ancora nelle orecchie.
Un solo commento: l'ho letto in un fiato: Bellissimo
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore