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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2019
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E' un romanzo. Prende certamente spunto da eventi storici oggi da tutti riconosciuti ma non è un romanzo prettamente storico ma una "ricostruzione" del tutto soggettiva ed alquanto personale dell'Autrice. Sembra che si voglia far dire ad Ipazia probabilmente quello che pensa l'Autrice del romanzo e non Ipazia stessa. Ci sono pagine di valore ma, a mio modo di vedere, non sono tante. La storia è storia e non si possono o debbono cancellare gli eventi, li si può interpretare, li si può in qualche modo spiegare, ma solo se si hanno le competenze adeguate. L'Autrice ha competenze filosofiche ma non teologiche, bibliche ed esegetiche. Evidenziare con chiarezza gli errori della Chiesa è giusto e doveroso, ma esprimere giudizi sulla fede è altra cosa. Giudicare i cristiani come gente barbara, incolta, "volgare", che crede alle favole non è corretto. Estrapolare dalla Bibbia alcune frasi, denigrarle ed applicarle ad un ipotetico pensiero di Ipazia è scorretto. Una filosofa può e deve interpretare la filosofia, in tutti i sensi, ma se non ha competenze teologiche non dovrebbe mai esprimere giudizi radicali e ridicolizzanti in questo ambito. La Chiesa ha sbagliato tantissime volte nella sua storia. Ma non bisogna mai confondere il giudizio storico e morale sulla Chiesa con quello su Dio e la Scrittura. E se la Chiesa ha commesso errori stupefacenti - come nel caso di Ipazia - è pur vero che è stata a sua volta una realtà che ha conosciuto la realtà della persecuzione dall'inizio ad oggi. Dunque, chi vuole conoscere le vicende storiche si basi sui documenti. Un romanzo può dare molto ma non tutto. E, soprattutto questo romanzo su Ipazia più che un romanzo sembra una inappellabile e assai poco rispettosa sentenza sulla credibilità del cristianesimo. Del resto, si possono anche esprimere opinioni sulle religioni, ma sarebbe più prudente non giudicare la fede in sé stessa. E' utile leggere questo romanzo ma senza berselo. Occorre giudizio critico.
Bello il libro anche se 'forse' la storia è un po' troppo romanzata. Sicuramente sconsigliato agli indottrinati e seguaci ciechi di dogmi.
Stupendo romanzo storico, che proietta il lettore in un epoca fondamentale per lo sviluppo della potenza della chiesa, quale istituzione come è arrivata fino a noi...personaggi che hanno fatto la storia, come il vescovo Cirillo d'Alessandria, addirittura diventato Santo. Tutto ciò porta a riflettere su cosa sia stato, da sempre, il potere della chiesa. L'odio verso una donna colta, considerata una nemica della chiesa e per tali motivi uccisa, sbrandellata e dimenticata per secoli e secoli. Ben vengano questi romanzi. Un grazie alla autrice che ha saputo ripercorrere gli avvenimenti cruciali di un periodo buio della storia, con maestria. Super consigliato.
Recensioni
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