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Leggero e ironico ma allo stesso tempo profondo. Un viaggio nella vita di una donna che ha saputo fare del viaggiare da sola un’arte!
Il libro è ben scritto e scorre veloce,mi aspettavo però una storia completa e non tanti racconti sparsi...nel complesso una buona lettura estiva
Non so da dove cominciare, non trovo neanche un pregio. Il libro presenta una nota acida, presuntuosa e vagamente malinconica al pensiero del defunto marito dell’autrice che, come un fantasma impertinente, resta nascosto dietro ad ogni singola parola. L’autrice si definisce una viaggiatrice nonostante i suoi spostamenti siano quasi tutti dettati dal lavoro e avvengano quasi unicamente in territorio italiano: onestamente la definirei più come una “trasfertista”, ma sono punti di vista. Sono scioccata dai concetti delle pagine 88, 89 e 90 in cui spiega come “adescare” un improvvisato facchino per poter caricare il proprio trolley sul treno, consigliando anche “sarebbe opportuno indossare abiti che suggeriscano una certa allude, tra il sensuale e il fragile. Bisogna calarsi nella parte e interpretare al meglio lo stereotipo del sesso debole, e il modo migliore è travestirsi da gatta morta: scarpe con tacco, camicetta appena, pudicamente, sbottonata, collant a rischio smagliatura ecc.”. Forse se invece di consigliare di portare un trolley con dentro mezza casa, avesse pensato ad uno zaino, riuscirebbe anche ad essere indipendente, senza dover per forza vestirsi (a sua detta) da “gatta morta”. Ogni consiglio viene elargito con tono saccente, come se fosse una verità assoluta, senza tenere conto che, grazie a Dio, non siamo tutte così. Non condivido nulla del suo pensiero: viaggiare pesanti, il non sapersi adattare, la presunzione che il mondo ce l’abbia con le donne che viaggiano sole, tutti quei castelli mentali su ogni minima cosa... Donne volete viaggiare da sole? Rendetevi indipendenti, armatevi di zaino (vi lascerà le mani libere), siate curiose verso usi e costumi locali, siate spensierate (ma sempre attente), non catalogate ogni situazione ma lasciate qualcosa al caso (i ricordi migliori) e non pensate che tutti gli uomini siano dei ritardati (come spesso trapela dalle sue parole). Siate libere!
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