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Il re di Pastagonia è un sovrano che non porta la corona e non ha un trono su cui sedere, se ne va in giro con un'utilitaria e, pur assicurando al figlio di essere il sovrano del suo regno, non ha sudditi. A lui interessa stare bene e fare il possibile perché tutte le persone attorno a lui vivano nella stessa condizione. La libertà individuale, quella di agire come si desidera, di operare secondo le proprie aspirazioni, sempre nel rispetto della pari discrezionalità degli altri, è ciò che allo strano sovrano senza scettro sta più a cuore. E per questo il regno da governare non è fatto di terre, mari e palazzi, ma di persone e vite. Ognuna, sovrana di se stessa. In un racconto che gioca sull'ingenuità razionale e intelligente dei più piccoli e sulla disponibilità a dialogo del genitore, i concetti di democrazia e di libertà individuale si costruiscono nel corso di un pomeriggio e di una "passeggiata da re" nel bosco. Camminando, nel recupero della tradizione filosofica più antica, quella di Socrate, Platone, Aristotele, e di quella più di recente di Rousseau, che auspicava passeggiate con i propri studenti, Annalisa Strada innesca un dialogo tra padre e figlio costruito sulla ricerca della propria identità e di concetti importanti, e tanto più stupefacenti per un bambino. Il re di Pastagonia e il figlio Damiano scopriranno insieme concetti come quello di famiglia, di delega dei poteri a vantaggio di una maggiore cura della propria crescita interiore e della responsabilizzazione degli altri, della conquista personale di ciò che si desidera senza aspettare che siano altri a farlo per noi, della gentilezza che chiama gentilezza e respinge la violenza. Camminando nel bosco, il re e suo figlio scopriranno che cosa fa sentire ciascuno sovrano del regno della propria vita e il camminare diventa, come ha spiegato il filosofo dell'educazione Duccio Demetrio, nel suo Filosofia del camminare (Raffaello Cortina, 2005), un "esercizio che ha se stessi come tappa sempre spostata in avanti". Carla Colmegna
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