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Anno edizione: 2018
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Ho letto Io sono la divina guidata dal mio infallibile fiuto letterario. E’ una sorta di pizzicorio nel naso (tranquilli non è allergia) che mi fa diventare il segugio dei significati. Si perché qualcuno di voi si rassegnasse; per me il significato del libro è come il tartufo. Da sapore e gusto alle pietanze, ossia i testi. E il tartufo/libro va saputo cercare, va rintracciato seguendo la sua scia, va apprezzato dai palati che si devono abituare alle variopinte stratificazioni di sapore, che titillano il palato e gli fanno provare l’estasi. Ma ricordatevi che il tartufo all’occhio è un orribile tubero, nero e bitorzoluto. E cosi, spesso, il libro può forviarci presentandosi come caotico, ribelle verso le tecniche letterarie, bestemmiatore quasi dei capisaldi del nostro concetto attuale di letteratura. Spesso noto lettori sconvolti dalla scoperta di un tomo che rifiuta di seguire i canoni prestabiliti, che è irriverente e ironico ma usa questa emozionalità particolare per darci un’altra prospettiva, un altra visuale, un altra interpretazione del reale. E mi chiedo, davanti al flusso di coscienza della mia amata signora Dalloway, cosa proverebbero? Eppure la Woolf, con quel racconto è riuscita a dare voce alle donne, è riuscita a farci comprendere la complessità dell’animo umano. Paola Tassinari ci inganna con la trama. La protagonista Rosaspina, si trova di fonte nuda e splendida, alla sua creatività cercando di raccontarci, apparentemente, tutti gli step fondamentali dell’arte dello scrivere. E’ in cerca di ispirazione, vive tutto in mondo profondo e empatico, con un susseguirsi di riflessioni che sgomitano quasi per venire alla luce. Ci ritroviamo di fronte un’ennesima Dalloway, diversa eppure antica, forse molto moderna, meno imbrigliata in ruoli rigidi che la società impone, e meno errori, meno rinunce ai sogni giovanili, che si manifestano nei suoi adorabili deliri. Ma attenzione. Questo è quello che vuole farci credere la Tassinari. Ma gli indizi
Una scrittrice famosa in cerca d’ispirazione, segue gli eventi che incontra casualmente. Sono solo un caso? Muovendosi fra intuizioni, indizi e misteri, Rosaspina si trova immersa in un mondo in cui realtà/irrealtà si confondono… una scritta misteriosa ritrovata a Torino, lega Dante a Nostradamus, cosa svela? Chi sarà il Veltro? Chi la Bestia? Quale sarà la profezia del secondo Millennio?
“Io sono la divina”, il titolo allude alla Divina Commedia, è un avvincente romanzo, un viaggio in luoghi reali, dalla assolta e misteriosa Francia meridionale, passando per la magia nera e bianca di Torino, giungendo in Romagna fino a Ravenna luogo in cui Dante è spirato e sepolto… perché proprio a Ravenna? Un viaggio mentale in quanto la protagonista cercherà di svelare chi sia il Veltro e soprattutto la profezia collegata, che un’antica leggenda narra che si avvererà dopo 700 anni dalla morte di Dante, cioè ora, nei tempi attuali. Rosaspina, la protagonista, si chiama come la fanciulla della favola della “Bella addormentata”, in quanto al suo risveglio è collegata la fine del kaliyuga o età del ferro e il fiorire di un nuovo modo di pensare che porterà ad una nuova età dell’oro. In viaggio con una coppia di amici in un borgo nei Pirenei, Rosaspina è in cerca di ispirazione, che per lei significa farsi trasportare dal vento e andare dove la porta il caso… ma è veramente un caso? Seguendo le tracce profetiche dantesche riviste tramite le profezie di Nostradamus, Rosaspina giunge alla scoperta di una strana iscrizione che la porterà ad approfondimenti storici, cronaca recente, aneddoti, misteri, sincronie che si intrecciano e si uniscono per poi incastrarsi perfettamente tra loro, svelando ciò che sta dietro alla realtà.
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