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Il 15 aprile 2007 Carmela Cirella si è suicidata gettandosi dal settimo piano della casa di una sua amica, nel quartiere Paolo VI di Taranto. Aveva solo 13 anni ed era stata stuprata da un branco di viscidi. I colpevoli di questa tragedia non sono mai stati puniti e continuano a vivere normalmente la propria vita, come se non avessero fatto nulla di male. Le sono state dedicate poesie, una canzone, alcuni adolescenti si sono ispirati alla sua storia per realizzare un film che serva a smuovere le coscienze e il fumetto ''Io so' Carmela'' è basato sul diario ritrovato dopo la sua morte. È l'inno che la rende immortale. Tutte queste iniziative sono nate per sensibilizzare e puntare i riflettori sulla realtà che ci circonda, a cui purtroppo nessuno è immune. Si spera che Carmela non sia ricordata come una vittima o una martire, ma che possa diventare il simbolo della ribellione contro questi soprusi che violano i diritti, la dignità e l'innocenza di ogni persona nel mondo. La sensazione peggiore è la percezione di non essere creduta in ogni sguardo, volto, gesto ed essere costretta a dover pagare le conseguenze delle azioni maligne altrui. La limitazione della libertà, l'allontanamento dalla sua casa, dalla sua vita e dagli affetti personali a causa delle prepotenze persistenti. Il ricovero, gli abusi e le incompetenze delle Istituzioni che avrebbero dovuto tutelarla, aiutarla a superare i traumi inferti dalle violenze subite e offrirle giustizia. Lo Stato Italiano tende a preservare coloro che commettono crimini orribili, calpestando, negando i diritti di chi non ha voce e mostrando indifferenza nei confronti di coloro che richiedono interventi e provvedimenti ed è sempre il momento adatto per protestare e gridare a gran voce: basta! Qui assiste au crime, assiste le crime (chi assiste passivamente a un crimine ne diventa complice)
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