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scheda di Bonansea, G., L'Indice 1991, n. 1
In questo libro Maria Luisa Boccia ripercorre l'evoluzione del pensiero di Carla Lonzi e del gruppo di Rivolta femminile, servendosi in particolare del diario che la sua fondatrice pubblicò nel 1978. Assumendo quest'ultimo documento come riferimento centrale, il libro mira non solo a caratterizzare i tornanti significativi del pensiero neofemminista italiano, ma soprattutto a restituire forza e valore all'esperienza biografica che, per Carla Lonzi, non fu mai disgiunta dalla tensione verso una progettualità femminile dell'esistente. 'Leitmotiv' del testo è il desiderio, da parte di una donna impegnata nella riflessione teorica sul femminile e sul femminismo, di cogliere sin dalla sua genesi la singolarità di un processo collettivo che ha avuto un effetto trasformativo sia sul piano istituzionale e politico sia su quello soggettivo della coscienza individuale. Ed è su questo aspetto della soggettività, nucleo di un mutamento profondo del rapporto delle donne con il mondo, che ruota l'interesse teorico di Carla Lonzi. "Sono una donna, faccio il femminismo": Maria Luisa Boccia inizia il suo libro individuando, in questa citazione dal diario di Carla Lonzi, la forza propulsiva che caratterizzerà prima l'esperienza della singola nel suo sguardo su e dentro di sé e poi l'incontro con le altre. L'identità donna-femminismo, letta come una spinta verso una seconda nascita del soggetto femminile, passa attraverso la coscienza di sé, la scoperta dei territori nascosti e proibiti dell'io - porta aperta alla sfera del desiderio e del bisogno - la capacità di situarsi e di individualizzarsi nel tempo e nello spazio, aspetti che si danno tuttavia solo nel riconoscimento dell'altra e nel processo di scambio. Guardare all'origine dell'agire e della fondazione teorica del neofemminismo significa allora muoversi ne costante rapporto fra individuale e collettivo, segno di una dualità universale che Carla Lonzi non pretende di "integrare e risolvere". Ed è partendo da questa assunzione della "duplicità e della differenza" che la donna si pone nel mondo in un atteggiamento di negazione che invoca l'assenza del soggetto femminile dalla sfera pubblica e sociale. Una posizione che, se mantiene la donna fuori da ogni forma di contaminazione con il maschile e dalla dipendenza patriarcale, ha in sé i germi di quel separatismo che rappresenta oggi un elemento importante di discussione e di dibattito tra donne.
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