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Io e Henry - Giuliano Pesce - copertina
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Io e Henry - Giuliano Pesce - copertina

Descrizione


La moglie l'ha lasciato per un filosofo francese, al giornale gli affidano incarichi sempre più meschini; Tagliaferro ha bisogno di una spalla amica. La trova, inaspettatamente, al Centro di salute mentale Villachiara. Entrato per una noiosissima intervista al direttore, infarcita di "neuroni pseudounipolari" e "onde depolarizzatrici", in sala d'aspetto incontra Henry, un matto che subito lo incanta con le sue storie. Tagliaferro torna a trovarlo, ben presto si affeziona e trascorre con lui le sue ore migliori, immersi in conversazioni senza fine. Anche la svolta nel loro rapporto è inaspettata. Un giorno Henry gli rivela di non essere un paziente come un altro, bensì un agente segreto vittima di un complotto. La sua missione è recuperare il Registro-01, il più importante documento nella storia dell'umanità. Il discorso, già di per sé sinistro, suona ancora più allarmante in manicomio, ma Tagliaferro non ha più molto da perdere e decide di dargli un'occasione, nella remota speranza di ricavarci uno scoop. Aiuta Henry a fuggire e insieme, a bordo di una Panda malandata, raggiungono la capitale, dove la contessina Kosinceva darà una grande festa. La contessina ha in mano informazioni cruciali sul Registro-01 e Henry non vede l'ora di trovarsi a tu per tu con lei.
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Dettagli

2016
28 aprile 2016
233 p., Brossura
9788871687476

Valutazioni e recensioni

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dora
Recensioni: 5/5

Affrontato con tutti i pregiudizi del caso: autore giovane, italiano.. uhmm; temevo la solita lagna al tempo presente; la solita presunzione di realismo; il solito narcisismo saputo; la solita epica-minimalista generazionale e autoreferenziata. Sbagliavo. Un libro che inchoda, fa ridere e fa pure soffrire! Baluginante. Forse troppo 'pieno' (a tratti), ma un'energia che non si risparmia e forse (talvolta) si spreca è conunque un gesto di generosità.

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La recensione di IBS


Un’avventura di ordinaria follia, un romanzo paradossale e smagliante.

"Il vecchio Henry era ateo con i credenti e credente con gli atei, pessimista con gli ottimisti e ottimista con i pessimisti; ora scettico, ora idealista; un attimo razionale, subito dopo mistico. Sensibile, cinico, altruista, elitario, comunista, innovativo, reazionario, disfattista, speranzoso, banale, imprevedibile. Spesso tutto insieme. E un'ultima cosa: il vecchio Henry era pazzo."

Il vecchio Henry lo diceva sempre. Cosa, esattamente non è dato rivelarlo qui, in questa sede. Ma lui aveva sempre la parola giusta per il momento giusto. Per l’umore giusto, anche. Poi, pochi minuti dopo, si contraddiceva immediatamente. Ma faceva parte del buon vecchio Henry: la sua saggezza popolare si alternava a massime erudite, invettive contro le multinazionali – sorseggiando Coca-Cola – e parabole improbabili alternate a storie incongruenti.
Il vecchio Henry, per i conoscenti Henry Thoreau, era uno dei migliori uomini che si potessero incontrare nell’ordinaria e molle quotidianità. Il problema era che, per incontrarlo, occorreva fargli visita al centro di salute mentale di Villachiara. Perché, in realtà, Henry Thoreau era un matto.

Come sia possibile che uno come Tagliaferro potesse finire nelle grinfie del vecchio Henry, beh, questa è una lunga storia. Per ora ci limiteremo ad accennarvi qualche elemento essenziale. Il resto lo scoprirete da soli…
Possiamo riassumere la vita di Tagliaferro nel nome di una donna: la Strega, o più comunemente conosciuta come “ex moglie”. Esclusa la Strega, Tagliaferro non ha molte ragioni di vita: un impiego al giornale – che dopo il divorzio cola decisamente a picco – amici inesistenti, un padrone di casa che gli sta addosso come una zecca al dorso di un cane.

Per una serie di eventi, Tagliaferro incontrerà Henry nel centro di salute mentale Villachiara. Non solo la nascita di un’amicizia folle – l’irrefrenabile desiderio da parte di Tagliaferro di vedere una persona amica in un matto è già di per sé anomalo - ma soprattutto l’inizio di un’avventura fuori dai canoni della realtà. Perché il giornalista accetta di credere allo sproloquio di un matto intorno a un misterioso documento ricercato da millenni dai servizi segreti di mezzo mondo? Forse il problema è da ricercare in quello che è scattato nella mente di un uomo deluso e affranto dalla vita, dal lavoro, dall’amore? Forse. O forse quella soluzione folle può trasformarsi nell’unica scelta sensata per scappare a una ben più grave pazzia: ammalarsi di realtà. Ammalarsi di tristezza, di solitudine.

Allora scappano, quei due, dalla casa di salute mentale, a bordo di una vecchia Panda. Scappano e inseguono una missione che ruota tutta intorno a misteriosi personaggi appartenenti alla L.O.R.O. (l’acronimo di un gruppo segreto) tutti con nomi improbabili di richiamo alla letteratura americana: quel porco di Bukowski, il vecchio Emerson, Mr. Melville, Mr. Irving, Mr. Faulkner e molti altri, in un’esilarante squadra tarantiniana, sudaticcia e sanguinolenta. La missione li porterà a ritrovarsi nel bel mezzo di un party di lusso a casa della nobile, ricca e sensuale contessina Kosinceva, chiave necessaria per arrivare dritti dritti verso il documento antico come la storia del mondo: il Registro-01.

Divertente e ammiccante, il racconto di Giuliano Pesce è al limite del nonsense. Un inseguirsi continuo di luoghi e azioni che si rincorrono confondendo realtà e finzione, miscelando cognizione di causa e follia. Ma dove comincia il limite di ciò che viene percepito come possibile – in fondo il cinema americano ci insegna a seguire quell’auto in corsa su un taxi, ovviamente rubato, con un cadavere penzoloni dal finestrino nella totale normalità di saper montare, smontare e usare un’arma qualunque in 0,54 secondi– e la certezza di star inseguendo una chimera, a bordo di quella stessa auto?
E quando è stato deciso che Tagliaferro, onesto cittadino caduto fuori dalle convenzioni della sua vita – un matrimonio, un lavoro mediocre – sia meno pazzo di un uomo che si fa chiamare come uno scrittore morto da millenni e che decide di imbarcarsi in un’avventura (forse reale, forse no) che lo rende libero e felice? Non lo so io, non lo sapete voi, forse un primario di psichiatria, tirando in ballo i “neuroni pseudounipolari” o le “onde depolarizzatrici” potrà provare a convincerci di un'univoca verità. Ma il bello della scrittura, dell’immaginazione, di questo libro, è che forse non lo sapremo mai. È che forse abbiamo bisogno di questa dose di follia per liberarci da tutte quelle categorie che vogliono obbligarci a rimanere “dentro di testa”.

Recensione a cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Giuliano Pesce

1990, Monza

Giuliano Pesce è nato a Monza. Cresce a Desio (MB), dove frequenta il liceo classico. La laurea in lettere moderne e il master in editoria sono le inevitabili conseguenze della sua passione per i libri. La potenza racchiusa nei racconti lo investe fin da bambino, spingendolo a rielaborare le prime storie con cui viene a contatto: cosa succederebbe se Batman incontrasse Spiderman? Cosa fa Super Mario quando non e` impegnato a salvare la Principessa Peach? Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo, La parziale indifferenza (Edizioni Il Foglio Letterario), nel 2016 pubblica Io e Henry (Marcos y Marcos).

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