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Comincerei dalla surreale conclusione di questa biografia. Siamo nel 1969 e Marcello Guida allora capo della Questura di Milano, indaga sulla strage di Piazza Fontana. Si sa, per la polizia, sono stati gli anarchici. Così vengono richieste informazioni su un pericoloso anarchico: Bruno Castaldi. Il questore di Firenze non potrà che rispondere che il suddetto pericoloso anarchico è sicuramente estraneo ai fatti in quanto deceduto nel 1962. Marcello Guida nel 1969 incontrò il Presidente della Camera Sandro Pertini che non volle stringergli la mano, perché era stato il suo carceriere a Ventotene ed inoltre su di lui “gravava l'ombra della morte” di Pinelli. Se esiste un paradiso anarchico (spero esista) Pertini e Castaldi staranno ancora scompisciandosi. E’ tutta da leggere la storia della vita dell’anarchico Bruno Castaldi (1897-1962), calzolaio, imprenditore, migrante, esule, ricercato, antifascista, rivoluzionario. Tenterà per ben due volte di uccidere l’odiato Mussolini, combatterà nella Prima e nella Seconda guerra mondiale, nella Guerra civile in Spagna, si unirà agli alleati inglesi. Sarà fuggiasco e ricercato in Svizzera, Francia, Belgio, Spagna, Tunisia. Tornato finalmente a Firenze diventerà un famoso e benestante imprenditore delle calzature. Il tutto è raccontato dalla figlia Aurora e da Onide Donati. Sarebbe una grande ingiustizia non ricordare Armida Zanoni, milanese combattiva e pacificatrice di un marito troppo umano.
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