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scheda di Ferranti, G., L'Indice 1995, n. 2
Tra i maggiori esponenti del pragmatismo americano, per lo più ricordato come uno dei padri fondatori dell'interazionismo simbolico nelle scienze sociali, la figura di George Herbert Mead (1863-1931) ha incontrato negli ultimi anni un vivace interesse nell'ambito della teoria dell'agire comunicativo e dell'etica del discorso di Habermas, che nelle tematiche meadiane della costituzione sociale del sé ha rintracciato antecedenti salienti della "svolta linguistica" nel frattempo impressa alla teoria critica francofortese. Consegnato esclusivamente in raccolte di articoli, conferenze e corsi universitari, edite postume dagli allievi (tra cui la più famosa, "Mente e società", a cura di Charles Morris), il pensiero di Mead si presenta di non facile accessibilità. Pur non discutendone la fortuna più recente, la ricerca di La Torre si apre la strada tra gli scritti di Mead, prendendo le mosse dalle concezioni più generali sul mondo e la collocazione della forma di vita umana al suo interno, per passare poi all'esame delle più note dottrine sociopsicologiche e concludere con la connessione tra socialità, morale e ideale democratico.
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