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Invito allo straniamento. Vol. 1: Costanzo Preve filosofo. - copertina
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Invito allo straniamento. Vol. 1: Costanzo Preve filosofo. - copertina

Descrizione


Il volume omaggia la vita ed espone e discute la filosofia di Costanzo Preve (1943-2013), uno dei pensatori più originali, importanti e meno riconosciuti del nostro tempo. Straniamento è il concetto brechtiano adottato da Preve come metafora dell'operazione filosofica per eccellenza e dello scopo della propria opera: mettere in moto un "riorientamento gestaltico", uno "scuotimento" associato a un mutamento radicale di prospettiva, alla trasformazione dello sguardo con cui ci si accosta al mondo, inteso innanzitutto come mondo dei rapporti sociali. Invitare a fare ingresso nel pensiero di Preve significa invitare a familiarizzare con lo straniamento, a prendere confidenza con la problematizzazione del proprio tempo. I contributi del volume mirano a produrre tale risultato, da un lato presentando i principali temi e contenuti filosofici della vasta e originale produzione previana, dall'altro cercando di restituire l'atteggiamento filosofico che Preve ha incarnato e cercato di trasmettere nelle opere come nella quotidianità.
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Dettagli

2014
18 gennaio 2014
176 p., Brossura
9788875881115

Voce della critica

  Costanzo Preve, per molti decenni docente in un liceo torinese e filosofo marxista autore di molti libri tradotti in varie lingue, fu impegnato politicamente nella sinistra, dal Pci a Lotta continua a Democrazia proletaria. Preve nell'ultimo ventennio reagì alla cosiddetta "crisi del marxismo" proponendo di ricostruire una filosofia di ispirazione marxiana, congedandosi dai marxismi (rimaneva però legato all'ontologia dell'essere sociale del vecchio Lukács) e dalla sinistra. Non nel senso di approdare alla destra, ma nel senso di sentirsi del tutto indipendente da schieramenti politici: Preve non si peritava di pubblicare anche in riviste e case editrici di destra purché non gli chiedessero rinunce e censure, e finì per trovarsi in un progressivo isolamento nel panorama filosofico e politico italiano. I suoi libri uscirono da piccole case editrici (soprattutto presso l'editore Vangelista di Milano e poi presso la Crt di Pistoia, diventata in seguito Petite Plaisance), ma nel 2004 pubblicò da Bollati Boringhieri Marx inattuale. Eredità e prospettiva. Aveva un folto gruppo di giovani amici e di allievi affezionati, alcuni dei quali ora hanno pubblicato questa raccolta di saggi che doveva essere un omaggio per i suoi settant'anni e invece esce postuma, come primo volume cui ne seguirà un secondo dedicato al suo rapporto con Marx e il marxismo. Lo straniamento del titolo si riferisce al compito di mettere in questione la pseudonaturalità di un capitalismo che ha mercificato tutti i rapporti umani e ha compiutamente colonizzato la vita quotidiana (è diventato "assoluto-totalitario"), per produrre la consapevolezza della possibile "alternativa comunitaria al capitalismo" e alimentare un'"etica della resistenza". Il libro ha il pregio di illustrare con chiarezza alcuni tratti essenziali della costruzione teorica di Preve, per il quale Marx non è il teorico del collettivismo ma della libera individualità che fiorisce nel contesto della comunità. Si era sbagliato nell'individuare nel proletariato industriale il portatore storico della transizione al comunismo, o al massimo questa prospettiva aveva significato per la fase del capitalismo classico, ma non ne ha più nella fase in cui trionfa il capitalismo "assoluto"e si è prodotta la dissoluzione di soggetti sociali realmente antagonisti. Non c'è corso unilineare della storia né inevitabile sbocco in una società senza classi, ma la manipolazione capitalistica trova un limite nel "fattore metastorico di resistenza" che sono le potenzialità insite nella natura dell'uomo come zoon politikón e logon echon. Negli ultimi anni Preve insiste sulla filosofia greca come principale fonte, benché implicita, del pensiero marxiano. Anzi interpreta l'origine e l'essenziale della filosofia greca come resistenza alla crematistica, continuata dalla critica del rapporto di capitale nella teoria dell'alienazione dell'essenza umana del giovane Marx (sottesa anche al Marx maturo). In mezzo c'è la teoria idealistica della storia e Preve condivide il codice filosofico che accomuna Fichte, Hegel e Marx, nonostante le differenze: l'"umanità pensata come un unico soggetto agente" e la "storia intesa come teatro delle oggettivazioni del genere umano in cerca della piena corrispondenza con le proprie potenzialità ontologiche". Preve era un professore che scriveva e riscriveva la storia della filosofia in base a queste convinzioni, fino alla grossa opera che uscì poco prima della sua scomparsa: Una nuova storia alternativa della filosofia. Il cammino ontologico-sociale della filosofia (Petite Plaisance, 2013). Quasi tutti i saggi riprendono la questione centrale della condizionatezza e produzione storica delle "verità" filosofiche (che per Preve sono la verità per eccellenza, al singolare e senza virgolette) e insieme della autonoma validità delle categorie rispetto alla loro genesi e funzionalità storica (l'irriducibilità della filosofia a ideologia). Nel libro manca però un profilo del percorso attraverso cui Preve ha raggiunto queste posizioni e un'analisi delle diverse fasi di un pensiero in cui ci sono aspetti di continuità e decise svolte. In fondo per un filosofo che aveva tra i suoi problemi principali il rapporto tra validità teorica e genesi storica, una maggiore attenzione alla biografia intellettuale non avrebbe guastato.   Cesare Pianciola

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