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scheda di Marconi, S. L'Indice del 1999, n. 12
Genova, metà Ottocento. In una villa circondata da un grande giardino abita Giobatta, "un uomo tanto amante della perfezione da lucidare le suole delle scarpe meglio e più della tomaia", botanico che passa le sue giornate da solo, "a parlare con i bulbi"; insieme a lui abitano le sue tre sorelle, sua madre e sua nonna. Un giorno Giobatta d'improvviso si scopre inutile e parte coi Mille di Garibaldi, deciso a cogliere al volo "una tardiva occasione di farsi uomo"; è questo l'unico passo fuori dalla famiglia a cui assistiamo, ma sembra marginale e piccolissimo di fronte ai pensieri, alle parole e alle storie delle cinque donne che rimangono a casa. È su di loro, infatti, che Magagnoli concentra la sua e la nostra attenzione: su Nereide che ama un uomo e non vuole amarlo, tormentata da doti di veggente che le sembrano irrilevanti e fastidiose, utili solo a popolare di fantasmi le sue passeggiate; su Niside che, "nata per combattere", si sente patriota, ma non parte mai per esserlo davvero, delusa dalle prime sconfitte degli amici rivoluzionari; su Nivea che è tornata a casa dopo la morte incredibile di un marito giovane e gigantesco, e cerca di addormentare il suo dolore cucinando piatti elaboratissimi e perfetti; su Noemi che è una donna calma e remissiva, spenta in mezzo alle figlie tanto più vive di lei; e su Battistina che è figlia di sua figlia, leggera e incosciente, vestita di azzurro, canterina, curiosa, incapace di imbarazzo. Giobatta, chiuso nel suo studio, prima e dopo la parentesi garibaldina, non può far altro che ascoltare "l'eco della voce di quello strano mondo di donne che formavano la sua famiglia", una voce che Magagnoli sa modulare con cura e delicatezza, sullo sfondo di una città fatta di carruggi e piazzette, strade che salgono e che scendono, case abitate dagli spiriti e tutto intorno l'onnipresente accerchiamento del mare.
Sara Marconi
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