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Esiste un passaggio della vita che ci viene detto essere del tutto naturale: la morte dei genitori, il naturale passo del vecchio che lascia il giovane. Eppure non c’è nulla di più struggente nelle vite spesso troppo giovani come quella di Mattia, di dover lasciare andare qualcuno che amiamo, qualcuno che è stata la nostra mano sul mondo, non c’è naturalezza, non c’è razionalità e non si è mai pronti. Mattia deve abituarsi alla malattia di sua mamma, alla quale purtroppo non resta molto da vivere, devono abituarsi lui, il padre e il resto della piccola famiglia che gli ruota intorno Mattia se ne fa da subito carico , perché la malattia, l’infermità , sconvolge le loro vite, stravolge la quotidianità . E’ un viaggio doloroso, arrabbiato , infausto che il giovane protagonista deve affrontare , fronteggiare la morte per paradossalmente tornare vivo Prendersi cura di un genitore malato è già di per sè una perdita, si invertono i ruoli, un adulto che piano piano si spegne e ci costringe a mutare velocemente, a reagire, come Mattia che cerca sua mamma nei ricordi, che impara ad accettarla nel presente, spesso accontentandosi di amare la malattia, perché in fondo è ciò che resta Un viaggio denso ma soave, nel rapporto complesso e doloroso di un giovane uomo , chiamato tropo presto all’età adulta e di una giovane mamma che lo ama follemente fino all’ultimo respiro
La malattia e la morte della madre del protagonista, vista senza retorica e senza alcun intento di suscitare ovvia commozione. lo stile di scrittura è asciutto e coinvolgente, senza fronzoli. Una bella scoperta, consigliato!
Cosa vuol dire perdere qualcuno? Qualcuno di tanto importante, ingombrante, nella vita di ciascuno di noi? E come si può descrivere quel dolore? Quello di Peano è un capolavoro. Sublima quel dolore, e insieme lo esorcizza. Che la scrittura, è noto ai più, è una forma straordinaria di terapia. Chiunque abbia provato la disperazione della perdita non può che ritrovarsi in ogni singola parola, ogni singolo spazio vuoto. Assolutamente necessario.
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