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«La durezza è il dono più grande per l'artista durezza contro sé stessi e la propria opera» - Gottfried Benn
«Stile tardo», «ultimo stile», sono formule correnti con cui si usa riferirsi alle opere della vecchiaia di uno scrittore, o più in generale di un artista. Ma quando comincia davvero questa fase? Esistono criteri per definirla? Le «sere della vita» sembrano ritrarsi e ingannare lo sguardo di chi vuole importunarle. Per Benn sono solo un'occasione per divagazioni e stoccate, e come sempre per parlare di tutto. Quello che conta è «il mondo dell'espressione». Se si vuole scoprire cosa Benn intendesse con queste parole, non resta che allacciare le cinture e, a bordo del suo «elicottero verde veleno», «guardare dall'alto tutte quelle cose umane, terrestri, che non è possibile portare con sé».
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Affascinante e delicatissimo tema. Sarà bene far parlare direttamente l'autore: "Non c'è dubbio che la consapevolezza di una fine imminente vale, dal punto di vista psicologico, quanto decenni di invecchiamento, e questo sarà il caso dei tubercolotici, e cioè di Schiller, Novalis, Chopin, Jens Peter Jacobsen, Mozart e altri. Per quanto riguarda i genii scomparsi prematuramente, bisognerà osservare un pò più da vicino i singoli casi. Alcuni di questi giovani morirono di malattie acute, di tifo: Schubert, Büchner. Raffaello, se si presta fede al racconto del Vasari, di influenza a 37 anni. Per incidente o cause di guerra: Shelley, Byron, Franz Marc, Macke, Apollinaire, Heym, Lautréamont, Puskin, Petőfi. Per suicidio: Kleist, Schumann, Van Gogh". A questo punto, a fronte e a contrasto di quanto ha appena elencato, Benn ci dice che una singolare osservazione va fatta: "E' davvero incredibile, è quanto mai sorprendente il numero di vecchi e vecchissimi che ci sono fra le grandi glorie. Pittori: Tiziano 99, Michelangelo 89, Franz Hals 86, Goya 82, Hans Thoma 85, Liebermann 88, Munch 81, Degas 83, Bonnard 80, Maillol 83, Donatello 80, Tintoretto 76, Rodin 77, Käthe Kollwitz 78, Renoir 78, Monet 86, James Ensor 89, Menzel 90. Fra i poeti e scrittori: Goethe 83, Shaw 94, Hamsun 93, Maeterlinck 87, Tolstoj 82, Voltaire 84, Heinrich Mann 80, Eschenbach 86, Pontoppidan 86, Heidestam 81, Swift, Ibsen, Bjornson, Rolland 78, Victor Hugo 83, Tennyson 83, Huch 83, Hauptmann 84, Lagerlöf 82, Gide 82, Heyse 84, D'Annunzio 75, Spitteler, Fontane 79. Musicisti: Verdi 88, Strauss 85, Moneverdi 76, Pfitzner 80, Gluck, Handel 74, Bruckner 72, Palestrina 71, Wagner 70, Georg Schumann 81, Reznicek 85, Auber 84, Cherubini 82". Naturalmente la statistica è precaria, cento e altri nomi potremmo inserire in questa, in quella o in quell'altra categoria. Ma l'enigma che pervade e divora ogni inquietudine è: Cristiano Cant in quale schiera rientra? Facile: fra i poveracci viventi!
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