Nella formula eminentemente selettiva e istruttrice del reader,abbracciata in questo utile panorama di un secolo di teorizzazioni, ci è dato di ritrovare una pluralità di aspetti e idee del testo narrativo il cui valore trascende il semplice campo dell'applicazione didattica. La stessa disposizione dei passi antologizzati propone implicitamente due percorsi di lettura, a suggerire la sostanza ricca e plurivoca del quadro teorico che viene delineandosi. A partire dalla ricostruzione nelle dense pagine introduttive, si può intuire una storia delle forme critiche: la storia della riflessione sulla narratività, la verifica dell'impatto della dominante formalista-strutturale e delle reazioni spesso veementi ai suoi dettami, che caratterizzeranno le indagini di fine secolo. Si può altresì porre in rilievo l'abile schema descrittivo un metodo meno storiografico che tassonomico, dunque , soffermandosi inizialmente su considerazioni generali e imprescindibili tratte dal Narratore di Benjamin e da L'arte come procedimento di Sklovskij, muovendo in seguito verso i territori del testo (intreccio, personaggio, spazio e tempo, voce), di ciò che lo attornia e presuppone (autore e lettore, l'effetto di realtà descritto da Barthes, i piani molteplici della transtestualità), di questioni teoriche ancor oggi avvertite come oltremodo stringenti (la "stilistica sociale" additata da Bachtin, generi, temi e la relazione tra le figure della retorica e l'interpretazione, rinsaldata da Paul de Man), sino a giungere alle "frontiere" presenti della teoria letteraria: gli studi culturali, letti attraverso il primato dell'interpretazione politica stabilito da Jameson, l'ermeneutica, la critica psicoanalitica, la riflessione sui mondi possibili condivisa dagli studi di logica modale (Pavel) e le ricerche, cariche di promesse, della narratologia cognitiva. Tanto volutamente scarno nelle note che accompagnano i testi quanto sicuro nella scelta dei passi e dei richiami bibliografici, il vademecum di Marfè riesce nell'intento di presentarci un affidabile disegno critico. Un'occasione gradita, questa, per ripensare i fondamenti della nostra formazione di lettori e interpreti. Giulio Iacoli
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