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Anno edizione: 2023
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Guendalina Middei mette a nudo e indaga il conflitto tra follia e normalità, tra volontà e rassegnazione, tra responsabilità e colpa e un’umanità fragile alla disperata ricerca della salvezza.
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Un bellissimo libro abbinato alla scoperta di un ottima scrittrice. Consigliatissimo.
Pochi scrittori che conosco hanno saputo descrivere così bene e con proprietà di mezzi il mondo del tormento psichico. Mi è tornato in mente Irving Yalom, il romanziere psicoterapeuta, in particolare il suo capolavoro “Le lacrime di Nietzsche”, che può dare un’idea del livello di questo libro. Non sembri esagerato se dico che Dostoievskji, Schnitzler e Marai, gli scrittori che amo e che, più di tutti, hanno saputo calarsi nel buio delle profondità umane, li prendi, li macini, ne fai un impasto omogeneo e fluido e ne viene fuori la materia di questo romanzo. L'esperienza del protagonista, aspiante musicista, è osservata con chiarezza minuziosa. Le ansie, le illusioni, le ambizioni, le invidie, i rimuginamenti e i patimenti del sogno di diventare compositore, senza trovare per molti anni l’ispirazione convincente, sono descritti come meglio non si potrebbe. Allo stesso modo l’incubo del manicomio, com'è riportato, è efficacissimo, visto in totale soggettiva. A differenza della maggior parte delle narrazioni di prigionia alienante, invece di seguire il filo della parte razionale del protagonista che tenta di mantenere un barlume di lucidità, in questo racconto dilaga la dimensione ambigua dell’offuscamento della coscienza e dell’interpretazione soggettiva dell’ambiente. Le figure equivoche e inaffidabili degli psichiatri contribuiscono in modo decisivo alla rappresentazione del “muro di gomma” che la cosiddetta istituzione totale avvolge attorno al capro espiatorio designato. È un libro che emoziona e che lascia il segno. Nonostante l'amarezza della desolazione rappresentata, appassiona e riempie il cuore.
Ho scoperto per caso questa autrice e devo ammettere che è stata una piacevole sorpresa. Lo stile è veramente bello, ricorda i grandi classici ed un linguaggio che purtroppo stiamo perdendo. Personalmente ci ho trovato molto di Dostoevskij. In un’epoca in cui tutto deve essere semplice e di immediata fruizione, stimo molto la coraggiosa autrice che è riuscita a generare un’opera degna di tale nome. Letto in poco più di 24 ore, mi ha lasciato molto su cui riflettere.
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