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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2020
Indice
Disagio temporaneo
L'avviso precisava che si sarebbe trattato di un disagio temporaneo: nei cinque giorni successivi avrebbero sospeso la corrente per un'ora, a partire dalle otto di sera. Era caduta una linea elettrica durante l'ultima tormenta, i tecnici avrebbero approfittato delle serate più miti per rimetterla in sesto. I lavori avrebbero coinvolto soltanto le case della tranquilla strada alberata, a un passo dai negozi e dalla fermata del tram, dove Shoba e Shukumar abitavano da tre anni.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Nove racconti brevi, dalla trama esile e dallo stile amorevole e delicato tipico di questa acuta e sensibile scrittrice. Praticamente tutti i personaggi principali di queste storie hanno in comune con Jhumpa Lahiri un'origine complessa, radici incerte, una ricerca nostalgica del luogo dove tutto ha avuto inizio. Analoga nostalgia la ritroviamo nel racconto di amori perduti, non necessariamente finiti ma semplicemente tramutatisi in qualcosa di diverso, in una routine in cui i partner ricorrono a qualsiasi espediente pur di trascorrere insieme meno tempo possibile, in un patetico tentativo di non vedere il proprio fallimento riflesso negli occhi dell'altro. Con grande lucidità la scrittrice sa guidarci anche attraverso le mille insidie quotidiane della comunicazione e della possibilità di essere fraintesi. Quanto è difficile trovare le parole giuste per far arrivare a chi ci ascolta quello che abbiamo dentro. Già rendersi contro dell'importanza delle parole è un primo passo verso una comunicazione efficace. Consigliato a chi ama andare oltre le apparenze dei piccoli avvenimenti della vita quotidiana.
Bel libro, scritto bene e piuttosto scorrevole. Si tratta di una raccolta di racconti brevi, spesso (ma non sempre) con il tema portante della erosione/perdita della propria identità culturale (indiana) da parte di giovani e meno giovani, espatriati per scelta o per necessità (o comunque figli di espatriati). Quasi tutti i racconti hanno in realtà una trama molto esile, ma proprio per questo risaltano i temi della difficoltà a relazionarsi con una cultura diversa, della struggente lontananza della propria famiglia, della impossibilità di considerare casa la sistemazione attuale, della conservazione di tratti sociali e culturali fuori contesto (matrimoni combinati).
Il titolo è mutato da uno dei racconti della raccolta, in cui una guida turistica indiana deve rapportarsi con una famiglia in vacanza piena di complessi e difficoltà. Forse è stata anche una delle mie storie preferite, ma è sinceramente difficile scegliere: Jhumpa Lahiri ha la capacità di descrivere vicende estremamente semplici con una dolcezza e un'introspezione senza eguali. I racconti sono indipendenti, ma hanno come tema centrale l'immigrazione, soprattutto rispetto a come la vivono le seconde generazioni. Molti dei personaggi sono inoltre indiani, o provengono da paesi limitrofi come il Bangladesh o il Pakistan, la cui Storia talvolta si intreccia alle vicende dei vari personaggi. Come sempre accade nelle raccolte di racconti, alcune storie sono più riuscite di altre, ma l'opera in complesso è un piacere per l'anima.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"Prende piede l'ipotesi che abbia lavorato per un facoltoso zamindar, a oriente, e che attinga da quell'esperienza per esagerare il suo passato in modo così articolato."
Se in epoca di globalizzazione trionfa il meticciato culturale, non possiamo non restare incantati da tutta quella letteratura che rivendica le specificità nazionali, che mostra la difficoltà dell'integrazione e il desiderio di tenere saldi i legami con le proprie radici. L'India contemporanea ha saputo offrire all'Occidente romanzi di grande spessore, autori (e in particolare autrici) di forte intensità narrativa, quali Arundhati Roy o l'universalmente noto Salman Rushdie. E proprio il riferimento ad uno dei romanzi di Rusdhie (Est, Ovest) appare immediato. Tema fondante di quel romanzo è l'uniformità di alcuni miti contemporanei, la banalizzazione culturale e la superficialità che dall'opulento Occidente si è diffusa anche nel più arcaico Oriente. Per cui la salvezza può essere il restare: culture comunque divise, quella indiana e quella inglese.
In questa raccolta di racconti il tema dominante è l'urgenza di tenere viva la propria identità originaria una volta che l'integrazione sociale e culturale nel Paese d'arrivo (in questo caso gli Stati Uniti) sia avvenuta.
Quasi sempre i protagonisti sono giovani, quindi il rischio maggiore è proprio la perdita della memoria, della tradizione e l'assimilazione tout court alla nuova, travolgente realtà americana. Nulla di passatista o di romanticamente rivolto all'indietro in queste storie, quanto un perfetto equilibrio, quasi sempre armonico, di scambio e di integrazione tra la millenaria civiltà indiana e la giovane e aggressiva cultura made in Usa.
La vicende narrate però hanno un valore in sé, non cadono nell'essere strumento di una tesi, mostrano uomini e donne travagliati e tormentati dalla quotidianità del loro vivere, da sentimenti e rapporti stanchi o da passioni brucianti che si estinguono con altrettanta rapidità. Rapporti amorosi, ma anche esperienze di lavoro e di vita, ricchezza, benessere, ma anche esclusione e povertà: è l'universo degli emigrati, spesso di seconda generazione, che hanno superato l'impatto con la diversità. L'abito, il cibo, il trucco femminile, la lingua, rimangono, storia dopo storia, a documentare le radici culturali dei vari personaggi che avvertono il pericolo della totale integrazione nella generazione successiva. Nell'ultimo racconto il protagonista-narratore, che ormai vive la normale vita di un americano medio con un tranquillo lavoro, una bella casa, un figlio che studia ad Harvard, non vuole però dimenticare il difficile impatto iniziale quando, giovane bengalese, era giunto a Londra e poi era definitivamente emigrato negli Stati Uniti: emozioni, paure, speranze, entusiasmi che vorrebbe poter trasmettere al figlio. "Allora andiamo a trovarlo a Cambridge, lo portiamo a casa per il fine settimana, a mangiare il riso con le mani insieme a noi, a parlargli bengali, perché ci viene il timore che smetterà di farlo dopo la nostra morte".
Se questo è il tema che chiude la raccolta, più intimista è quello di Disagio temporaneo, il primo racconto. Una coppia è in crisi dopo un forte trauma, la morte del figlio neonato, non riesce più a parlarsi, a comunicarsi la sofferenza che ha cambiato la vita di entrambi, rendendo la donna iperattiva e rivolta verso l'esterno, e paralizzando il giovane marito, ancora studente, che ha scelto la chiusura nei confronti del mondo esterno. Per alcune serate sono costretti, dalla mancanza di energia elettrica, ad una ormai dimenticata intimità e, alla luce di qualche candela, si dicono cose taciute da tempo. Non c'è però il "lieto fine", la crisi è irreversibile. La grandezza di Jhumpa Lahiri sta proprio in questo: come non eccede mai nel "tragico" del vivere, così non si abbandona alle false soluzioni positive che oggi definiremmo "buoniste".
Esempio ne sia il racconto che dà il titolo alla raccolta. Il curioso lavoro di "mediatore linguistico" alle dipendenze di un medico, lavoro scelto per il buon stipendio ma vissuto come umiliante dal signor Kapasi, viene improvvisamente rivalutato da una giovane donna americana di origini indiane che, con marito e figli, viene accompagnata per un giro turistico proprio da Kapasi nella sua qualità di interprete. Sentendosi finalmente apprezzato nella professione è subito dominato da un turbamento sentimentale: quella donna lo attrae, sogna un contatto futuro, la desidera. Ma ben presto quella fascinazione si interrompe, il segreto che lei gli rivela gratuitamente, il malessere ozioso che gli chiede di risolvere, la scoperta della leggerezza aggressiva di lei, lo allontanano dal sogno.
La ricchezza di temi e personaggi di questo libro ne rende la lettura coinvolgente come se ogni racconto fosse un breve romanzo perfettamente coerente, di certo meritati quindi i riconoscimenti che ha avuto dalla critica internazionale e la vittoria del Premio Pulitzer.
A cura di Wuz.it
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