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Anno edizione: 2016
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E’ difficile individuare un tributo ove si mostra il rapporto tra individuo e fisco o pubblico potere. Così guardiamo al diritto tributario, settore spesso in conflitto con qualificazioni giuridiche di altri settori, talvolta si ricorre alla teleologia per capire il significato proprio nella interpretazione conforme, vedasi l’argomento apagogico. In particolare il ragionamento analogico è sorta di crocevia di molte questioni problematiche di rango costituzionale artt.3,23 e 53 Cost.. Cosa diversa dalla interpretazione estensiva. L’analogia è legata all’eguaglianza, sia che si consideri capacità contributiva doppione o rafforzamento principio di eguaglianza; sia che si consideri la capacità contributiva il metro di misura dell’eguaglianza. Art. 23 Cost è un argine invalicabile per il ragionamento analogico. Interessante è guardare all’abuso del diritto: solo per vantaggi fiscali conseguiti mediante uso distorto di strumenti giuridici idonei a ottenere una agevolazione o un risparmio di imposta, in difetto di ragioni economiche apprezzabili giustificanti? E’ illegittimo per violazione della buona fede oggettiva? Ma è sintagma indeterminato e quindi? Eccoci alla distinzione tra abuso esterno e interno. L’abuso è un uso eccessivo di un potere che si ha, riferendosi a qualsiasi posizione giuridica di vantaggio non solo ai diritti soggettivi: ne segue che se il diritto soggettivo non viene esercitato per conseguire lo scopo o gli scopi dell’attribuzione, bensì un altro scopo o altri scopi, l’esercizio va censurato, ma si tratta di una riduzione teologica della norma attributiva del diritto. Il punto cruciale risiede, ancora una volta, nel modo in cui si configurano i rapporti tra gli artt. 3, 23 e 53 Cost. Un utilissimo libro per chi si interessa di questi temi.
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