C'è un'Inter che sta tra storia e leggenda: quella di Angelo Moratti ed Helenio Herrera. E c'è un'Inter che ci sta a poco a poco entrando: quella di Massimo Moratti che, con Roberto Mancini prima e José Mourinho poi, ha conquistato un numero di scudetti consecutivi senza precedenti nell'ultracentenaria storia del club. E proprio il tecnico portoghese è quello che, tra i 13 che si sono seduti sulla panchina dell'Inter dal 1995 a oggi, più assomiglia al Mago (il dodicesimo della prima era Moratti). Il carisma, la forza polemica, la celebrità, l'autostima, ma anche le vastissime conoscenze in materia di calcio, le innovazioni apportate alle tecniche d'allenamento, la straordinaria forza di persuasione psicologica sono solo alcuni dei significativi tratti comuni ai due allenatori. Che caratterizzano le epoche di due presidenti la cui opera ha reso per sempre automatico l'accostamento del cognome Moratti alla società Inter. A questo marchio padre e figlio hanno cercato innanzitutto di imprimere una diversità che parte da una vecchia convinzione di Angelo Moratti: "Il dovere di un presidente è quello di spargere felicità tra la gente che ama la propria squadra. E nel calcio la felicità viene dalle vittorie". )
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