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Anno edizione: 2021
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Ho letto con piacere questo libretto in cui Lella Costa e Gabriele Vacis fanno parlare le donne che hanno lasciato un'impronta nell'opera dantesca. La prima è Gemma Donati, la moglie del poeta, che con un parlata toscana molto divertente e fluida, parla di Dante e della sua musa, Beatrice, smitizzando l'amore che lui le tributava. Poi c'è Francesca che è ben contenta di passare l'eternità con il suo Paolino, Taide che non si merita l'inferno e viene riabilitata agli occhi dei lettori. Infine, Beatrice, felicemente in paradiso ; essa spiega che ha incontrato fuggevolmente il poeta quando entrambi avevano nove anni. Racconta di altri personaggi che nel frattempo sono arrivati lassù come J. Paul Sartre, Elsa Morante, Simone de Beauvoir, Giorgio Gaber che, di profilo, secondo lei somiglia al poeta. Divertente. Dal testo: "Per com'è andata veramente la vicenda, la faccenda che il vello d'oro l'avrebbe conquistato Giasone è la solita bufala, a fare il lavoro sporco, a trovare il modo, è stata Medea. Per poi lodarlo: "Ma come, davvero non ti ricordi com'è andata? l'hai rubato, sei stato astutissimo, sei un uomo bello e intelligente, sposiamoci". pag. 76. "E allora vai con la glorificazione, e per settecento anni: oh Dante, Dante Alighieri! Lui, il sommo, che con quella berretta con le orecchie da bracco che gli hanno messo in capo, io, ve lo dico, non gliel'avrei mai e poi mai permesso, comunque lui è il cocco lirico, generazione dopo generazione, l'unico e divino compositore del poema più amato, più commentato, più tradotto al mondo, l'opera che si è conquistata il podio di ogni tempo insieme all'Iliade e all'Eneide, giusto perché la Bibbia è fuori concorso..." pag. 34. "Una (Francesca) che ha il coraggio d'incoronare, insomma capitemi, una che non si fa troppi scrupoli ad equipaggiare di un tale palco di corna quell'energumeno di suo marito fino a farlo sembrare un vecchio alce spelacchiato, bè, non può mica essere la vergine addolorata di certe agiografie!". pag. 54.
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