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Anno edizione: 2020
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Un insegnante quasi perfetto rappresenta un compendio quanto mai esaustivo delle conoscenze prodotte dalla psicoanalisi nel campo della relazione educativa. Rifuggendo un approccio riduzionistico al tema delle emozioni, così frequente all'interno dei modelli pedagogici più diffusi, l'autore riflette sulla complessità dei processi psicologici endemici al ruolo di insegnante, al suo rapporto con i singoli allievi, con il gruppo-classe e con l'intera istituzione scolastica, anche questa letta e interpretata nella sua natura simbolico-affettiva. Ponendosi come un "bignami della complessità", questo libro raccoglie quel bagaglio di conoscenze imprescindibili per chi si appresta a svolgere (bene) il ruolo di insegnante o educatore.
Un testo molto utile per comprendere le dinamiche affettivo-relazionali a scuola e quindi tra allievo, classe, genitori, insegnanti ed istituzioni. Ho trovato molto interessante il paragrafo delle collusioni patologiche ed evolutive, così come il controtransfert dell'insegnante e il transfert dell'allievo: non sempre si ha la capacità di saper gestire la propria sfera emotiva e troppo spesso si trascura l'importanza dell'istituzione scolastica, vero incubatore di capitale semiotico e di ricchezza di significati.
L'autore affronta il tema dell'educazione scolastica con un linguaggio seppur tecnico, accessibile ai più. Ma gli argomenti trattati non rimangono nei confini dell attività di insegnante ma si rivolgono a mio avviso a una platea più vasta. Dai genitori a chiunque svolga attività sociale o relazionale di gruppo. Dallo sviluppo dell'ascolto dell'Altro attraverso ilTransfert e Controtransfert tutti noi siamo chiamati a scoprire una nuova dimensione del nostro Sè. Si aprono nuove frontiere alle dinamiche sociali anche attraverso la condivisione di casi pratici affrontati con la metodica dei Gruppi Balint. Una lettura consigliate non solo ai professionisti ma a chi vuol mettersi a nudo anche con il dubbio che "forse" la perfezione non una una dimensione che non attaglia all'essere umano e che nella fragilità fragilità della nostra esistenza lo stimolo per essere costantemente nel dubbio ma non per questo non tendere a volersi migliorare e vedere o scoprire comunque nuovi lati prismatici della nostra vita.
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