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Le iscrizioni sepolcrali sono state utilizzate come mezzo di autorappresentazione? Ed, eventualmente, in che modo? Da sole, o insieme con il contesto di cui facevano parte? Il libro cerca di rispondere a queste domande sottoponendo a capillare indagine una trentina di sepolcri urbani sufficientemente conservati, nell'architettura, nella decorazione e nel corredo epigrafico, perché possano essere utilizzati a questo riguardo. La conclusione è che, anche se molto deboli, espressioni di sé si trovano abbastanza frequentemente nelle iscrizioni sepolcrali, ma queste, per essere intese pienamente, vanno viste insieme con il monumento di cui fanno parte, considerato sia nel suo complesso sia nelle sue parti.
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