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Una Napoli sotterranea, in un vortice magmatico, restituisce alla luce un ritratto atipico di Benedetto Croce, dall'erudizione al sinuoso percorso che lo vede padre, filosofo, confidente, uomo dotato di intuito psicologico, ma che bandiva l'analisi psicologica. Tra Proust e D'Annunzio la sintassi costruisce un vero e proprio cortometraggio ambientato a Napoli, sarebbe semplice quindi inquadrare la famiglia Croce a Napoli come se fosse il suo ambiente naturale, ma così non è, cosmopolitismo e tradizioni liberali si fondono e danno vita ad un concetto nuovo, quello delle radici che "recise nella prima gioventù", non avevano lasciato dietro di lui nessun "mio paese". Ma la cultura si offre a Napoli come in un convivio si mangia il pane del sapere e nella casa di via Trinità maggiore e non Spaccanapoli, i discepoli venivano accolti con grande piacere, capitavano spesso durante il pranzo, ma Croce amava queste interruzioni. Terribili furono invece i primi anni del fascismo che repressero le relazioni sociali. Da erudito a padre che consiglia libri per il percorso di formazione di sua figlia, Marco Visconti, la Capanna dello zio Tom, i Tre moschettieri, Balzac "a volontà " e tanti altri preziosissimi. Non solo libri, ma viaggi. Il "miglior consiglio per la scelta dei ristoranti ed alberghi, era sempre quello fornito da Baedeker", non amava lo spreco che urtava "contro il suo istinto patriarcale abruzzese" , non dava segni di stanchezza, amava le arti figurative e la letteratura. Un libro , questo, che osserva con spirito contemplativo un lato della vita del grande filosofo attraverso i ricordi e la profonda scrittura della figlia, chiaroveggente come tutti i bambini "aveva capito benissimo che in lei doveva esserci qualcosa per cui gli altri non sembravano nemmeno vederla". Un libro-mondo che insegna a "camminare, finalmente, con il proprio passo".
Ritratto di un interno borghese e delle persone che vi gravitano intorno e nei Ricordi familiari, ritratto di un padre che tanto ha contato nella cultura italiana e, tra tanti limiti, resta la stupita e ammirata nostagia per una cultura che imponeva di leggere i classici nelle lingue originali.
I ricordi di una sola persona sono in questo caso inevitabilmente legati a doppio filo con la storia culturale e politica dell'intero paese. E nonostante ciò la delicata eleganza della protagonista non scivola mai in fondo alla scena: è la storia di una donna forte e fragile allo stesso tempo, incredibilmente colta e raffinata che attraversa la storia della Cultura del nostro paese.
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